Parlare di qualità della vita, nell’anno del Covid, può sembrare sciocco e insensato. Non per il Sole24Ore, che anche per il 2020 ha deciso di stilare la graduatoria della vivibilità delle province italiane. Lo ha fatto aggiornando i parametri e aggiungendone diversi, tra cui proprio il più determinante per il 2020: l’effetto Covid. L’obiettivo dell’indagine – spiegano dal giornale economico – è raccontare come la pandemia abbia impattato in modo differente sui territori, analizzando 90 indicatori, per la maggior parte (circa 60) aggiornati al 2020 in base agli ultimi dati disponibili.
E se i bilanci sull’impatto della pandemia sono ancora prematuri, dai dati emerge come gli effetti del Covid stiano colpendo soprattutto i territori che tradizionalmente occupano la parte più alta della graduatoria ma senza riuscire a trascinarli sul fondo. Come se quello che sta succedendo non riuscisse a schiacciare tutto il resto, i livelli di benessere acquisiti e le opportunità che i territori offrono ai cittadini. Il Sud, infatti, resta fermo nella parte bassa della classifica, con i sui problemi di sempre. Le aree metropolitane del Mezzogiorno guadagnano posizioni al capitolo Demografia e salute, proprio perché il virus ha picchiato più duro altrove, ma restano sul fondo nelle altre categorie dove pesano i divari strutturali ereditati dal passato.
A trionfare è Bologna, davanti a Bolzano e Trento. L’unica ‘meridionale’ nella top ten è Cagliari (nona), mentre per trovare una città del Sud continentale bisogna scendere fino al 54° posto, con Campobasso. Il fondo della classifica, invece, parla tanto meridionale. Ultima della classe è Crotone, 107esima., preceduta nella poco invidiabile classifica delle peggiori da Caltanissetta (penultima), Siracusa, Vibo Valentia ed Enna.
Venendo al dettaglio della classifica, non c’è traccia di Sud nel parametro Ricchezza e consumi: bisogna attendere la posizione 60 e 62 per trovare Cagliari e Campobasso. Un po’ meglio nell’Ambiente e servizi: Cagliari è al 9° posto, Potenza al 39° e Bari al 42°.
Si sorride un po’ di più nella graduatoria di Giustizia e sicurezza: Oristano è prima, ma tra le prime dieci c’è spazio anche per Chieti (8°) e Campobasso (9°). Meno bene in Affari e lavoro dove la solita Cagliari si piazza 35esima, mentre la top 10 di Demografia e società è quasi tutta made in Sud:, con Cagliari, Sassari e Catanzaro sul podio. Per Cultura e tempo libero, sorprende Isernia al 15° posto.
Dal consueto check up annuale sullo stato di “salute” dei territori italiani emerge un altro trend: la crisi penalizza le aree metropolitane più turistiche, come Venezia (33ª, in calo di 24 posizioni), Roma (32ª, -14), Firenze (27ª, -12) oppure Napoli (92ª, -11). E della mancanza di turisti risentono anche le località di mare: peggiorano le province di Puglia e Sardegna (fatta eccezione per Cagliari e Foggia), Rimini (36ª, perde 19 posizioni rispetto allo scorso anno), Salerno, Siracusa e Ragusa.
Nella geografia dell’Itala digitale, invece, al Sud emergono alcuni divari. Ad esempio, nella diffusione nei negozi di Pos per i pagamenti con carta: se a Rimini e Milano ce ne sono circa 10 attivi ogni 100 abitanti, a Barletta Andria Trani invece appena due. E nella penetrazione di internet veloce Sud Sardegna risulta la provincia meno “connessa”. Fa ben sperare, infine, il dato sui fondi europei per l’Agenda digitale spesi sul territorio: Bari e Potenza fanno da capofila con oltre 60 euro pro capite.