L’isteria collettiva che ha colto, in questi giorni, buona parte dei media italiani, suscita stupore.
Sulla vicenda degli incidenti di Napoli-Fiorentina, v’è stata una fluorescenza di commenti, come rare vicende della storia italiana recente.
Dal web alle firme del giornalismo, dagli addetti ai lavori alle parti in causa, è venuto fuori un parossismo di commenti, che ha portato ad affermare tutte le teorie dello scibile umano.
Cosa ha scatenato tutto ciò?
E’ una miscela complessa. Diciamo che gli ingredienti partono dalla rabbia sociale dovuta alle difficoltà del momento storico.
I fatti della finale di Coppa Italia sono sembrati un immenso sfogatorio, dove ognuno aveva in tasca la ricetta della decodificazione. Con angolazioni di lettura cosi’ eterogenee, che si sono scomodate plurime discipline umanistiche e scientifiche.
Sembra che la vera partita si sia svolta sui media e non in campo. E pochi sono riusciti a mantenere una lucidità di giudizio, tipica di chi ha un “pensiero storico”.
Perchè viviamo in una società dove anche lo scritto e diventato “mordi e fuggi” e dove l’emozione è pronta ad inficiare le categorie dell’analisi del pensiero.
Tutto ciò per via della tensione carsica che attraversa l’intellighensia di questa nazione, ovvero la sua classe intellettuale.
Essere a ridosso del voto, ha portato ad un ulteriore esasperazione.
Rimane la ricerca di una verità sugli accadimenti e l’imput di una necessaria rivisitazione della pedagogia dell’informazione.
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