Musicultura riporta live la musica dopo la battuta d’arresto causata dal Covid19 con gli otto vincitori con la diretta su Rai Radio 1.
Ben 70 mila persone hanno seguito le audizioni in streaming sulla pagina facebook ufficiale di uno dei più importanti contesti in cui la musica d’autore è protagonista sin dalla sua nascita ormai risalente a circa trent’anni fa.
Un festival della musica d’autore nato come Premio Recanati e che il compianto Piero Cesanelli ha fatto diventare non solo un evento cittadino e regionale ma nazionale diventando punto di riferimento per la musica contemporanea di qualità.
Da molti anni, Musicultura ha improntato tutto il suo lavoro nel far conoscere la meglio gioventù della musica italiana che trova pochi spazi nei media tradizionali partendo dalle audizioni in cui il pubblico può assistere gratuitamente oltre agli streaming, metodo consolidato negli anni, in cui i tanti ricercatori di musica italiana riescono a scoprire alcuni talenti che hanno tutte le carte in regola per raccogliere il testimone dei grandi del passato.
“Stare rinchiusi in casa per mesi è stata una sensazione molto forte, però credo che abbia anche migliorato le coscienze, – ha detto Enrico Ruggeri – speriamo che tutto diventi molto meglio di come era prima, soprattutto nella musica che avrebbe bisogno di tante Musiculture infiltrate dappertutto, io sono un’ottimista, i più ricettivi hanno sviluppato un’ interiorità che magari si stava perdendo.”
Al giornalista e critico musicale John Vignola il compito della narrazione musicale, insieme a Duccio Pasqua e Marcella Sullo di Rai Radio1 ha raccontato le storie e le canzoni dei giovani artisti in gara.
Protagonisti indiscussi della serata i live dei primi otto dei sedici artisti finalisti di Musicultura 2020 con le loro canzoni scanzonate ed impegnate, note colorate di un panorama musicale italiano che ha qualcosa da dire e da raccontare.
A seguire i loro nomi e le canzoni commentate dal Direttore Artistico di Musicultura Ezio Nannipieri.
Gli otto vincitori della XXXI edizione di Musicultura
SofSof di Bagnara Calabra con La vita sognata, una canzone sincera, che difende i sogni e parla di vita vissuta con grinta e tenerezza.
La Zero di Napoli con Mea culpa, un equilibrio suggestivo tra sonorità di avanguardia e profumi di villanella dà nuova attualità ad una domanda antica: si può morire di amore?
Peep-oh di Napoli con Where Is the Rapstar? Se più rapper sapessero cantare, se più cantanti sapessero rappare, se in musica cuore e cervello si frequentassero di più… avremmo più canzoni come questa.
Ernest Lo di Pescara con Ssialae, amare senza essere ricambiati, un quadretto tragicomico, una canzone impertinente, una voce che dribbla modi e precetti dei catechismi “valoriali”.
Alberto De Luca di Sondrio con De André una voce evocativa e profonda al centro di una canzone che cesella un originale equilibrio tra nobiltà cantautorale e sonorità contemporanee.
Miele di Caltanissetta con Il senso di colpa, un cammino di liberazione dai sensi di colpa. Il tiro musicale, la maturità dell’interpretazione infondono un’urgenza speciale a questa confessione al femminile.
Paolo Rig8 di Torino con Scemi in paradiso, un caleidoscopio imprevedibile di stili musicali felicemente al servizio di un pensiero eccentrico e di una voce che si inerpica dove vuole.
Ulula & La Foresta di Verona con Oddio l’oblio, una band pimpante, un’interprete che lancia in aria le sue parole come un giocoliere. In scena le peripezie del clone che a volte deleghiamo ad agire, a malincuore, in nostra vece.
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