Vedo i telegiornali per tastare il polso della nazione. Più che guardarli, li studio con periodicità.
Sono romaocentrici. Come la maggior parte dell’informazione scritta. Ma è plausibile. L’intelligibilità della mente umana è sensistica, indi le informazioni sono da supporto. Un giornalista che vive a Roma, dove opera le scelte delle impaginazioni, vive la sua realtà con le deformazioni ed arricchimenti di essa.
Aspettarsi una visione omogenea dell’Italia, significa pretendere che una vita si sviluppi in più realtà dislocate. Impossibile.
Spero che i giornalisti siano consci dei limiti. Ma vedo una strana sicumera nel raccontare la quotidianità. Come se fosse oggettiva.
Il Sud paga lo scotto maggiore.
In Italia ha meno peso culturale, economico e sconta l’eredità di uno sviluppo lento. Che ne fa preda anche di pregiudizio.
Credo che una notizia sul Sud pesi meno in una redazione, di una del Nord o del Centro.
Con la mia premessa filosofica sulle facoltà della mente, non ho accusato nessuno. Ma vorrei maggiore attenzione per questo pezzo d’Italia. Un piccolo sforzo.
Lascia un commento