';

Guardie e guardie
09 Ott 2015 08:55

Erano considerati i peggiori ragazzi del paese, ma erano tanto felici e spensierati. Le avversità della loro condizione, li avrebbero colti più in là negli anni, intanto se ne stavano beati nei pressi di un giardino di un casale gentilizio, ormai ridotto a un rudere.

Qui avevano costruito una casa similare ad una capanna, o una capanna similare ad una casa E vi dormivano la notte, a turno, per presidiarla.

La casupola era insù per un albero a quattro metri dal suolo e vi si accedeva con grande perizia. Ma tutti periti lo erano, quei ragazzi, smaliziati quanto destreggianti.

La  scuola era un surplus. Avevano quindici anni ed erano tutti ampiamente ripetenti e continuavano imperterriti su tale strada.

Se li volevi vedere, bastava inoltrarsi nel casale e frugare in giardino. Non vivevano alla macchia, il luogo era pubblico e convivevano con i rari visitatori.

Erano sempre amabilmente distesi sull’erba, con un filo di grano in bocca, a guardare il cielo, tutti in fila. E stavano lì per ore, come delle lucertole.

Senza far nulla. Spensierati.

Una sera, mentre le prime luci del paese si accendevano rendendolo simile ad un presepe sbilenco, i ragazzi stavano preparandosi a lasciare il posto alla sentinella di turno.

D’un tratto sentirono il rumore di un auto. Era il 1980, i fuoristrada erano ancora appannaggio dell’Enel, della Sip e delle forze dell’ordine, ma una Fiat modello Campagnola, avanzava in mezzo agli arbusti, fino quasi a farsi inghiottire da essi.

I ragazzi rimasero meravigliati e si acquattarono come indiani, per non farsi scorgere ma per vedere cosa succedesse.

Dall’auto scesero due uomini e si misero a scaricare qualcosa dal portello posteriore.

Tempo cinque minuti e un altra auto sbucò dagli arbusti. Era anch’essa era una Campagnola e quando si accostò all’altra, scesero altri due uomini.

In breve iniziò uno scambio di casse da un auto all’altra. Poi ripartirono.

I ragazzi rimasero perplessi, ma non diedero molto peso alla situazione. Ma quando dopo una settimana essa si ripresentò e dopo un’altra settimana si replicò, allora sentirono un senso d’invadenza del loro territorio.

Ora ci dobbiamo capire di più di questa cosa. Chi sono? Che vengono a fare?

Studiarono un piano di avvicinamento per scrutare meglio la situazione e s’inventarono una mimetizzazione fantastica con la natura. Una loro specialità.

Quando le Campagnole Fiat tornarono, erano a non più di tre metri da esse. Ragazzi coraggiosi e arrabbiati.

Dalle auto iniziò il solito scambio, ma da vicino si poté scorgere il carico delle casse: sigarette.

Dopo la loro partenza ci fu una riunione. “Ho capito tutto, disse uno di loro. Questo è contrabbando. Questo paese è lontano dalle città e dai sbirri. Qui si scambiano la merce. Che facciamo?

I Carabinieri conoscevano benissimo gli sfaccendati ragazzi, un paio di essi faceva qualche furtarello. E i ragazzi li consideravano dei grossi nemici cui rifuggire. Non si potevano rivolgere ad essi per un fatto di principio. Allora decisero di affrontare la situazione da soli.

Questi se ne devono andare da qui. Ora capiamo come.

Stettero a studiare la situazione. Alla fine il piano era pronto. Li avrebbero affrontati da nemici veri. Senza fare sconti.

Alla loro maniera, quando venivano attaccati dai rivali.

Quando la jeep si avvicinò erano già ben sistemati. E quando comparve la seconda attesero il momento dello scambio di casse e quindi partì la loro offensiva. Biglie scagliate da fionde iniziarono a sibilare nell’aria. Una andò a segno colpendo un uomo alla nuca. Grosse pietre vennero gettate verso le auto e frantumarono fragorosamente un paio di finestrini. Una pioggia infernale. Fino a quando uno dei contrabbandieri estrasse una pistola e iniziò a far fuoco da tutte le parti. A caricatore esaurito risalirono sulle Fiat e si allontanarono.

I ragazzi erano rimasti annichiliti da quella sparatoria e ognuno cercava di capire se c’era qualche compagno ferito.

Fortuna che stavano tutti bene, ma non se l’aspettavano quell’epilogo.

Sul posto arrivarono i carabinieri, ma trovarono il deserto. Allora andarono a cercare i ragazzi nelle loro case. Molti di essi, i più conosciuti, vennero portati in caserma ed interrogati.

Marescià, è venuto un cacciatore e si è messo a sparare come un pazzo.”   E la stessa versione diedero gli altri.

Ma non c’erano bossoli di cartucce da caccia!

E che vi possiamo dire?

Tornarono alla loro capanna e all’imbrunire, si assisteva a tale posizionamento: i ragazzi da un lato ed i carabinieri dall’altro.

Dei contrabbandieri non vi fu più traccia.

Ed ai ragazzi dava tanto fastidio che il loro territorio venisse protetto dalle forze dell’ordine. Ma ai carabinieri dava tanto fastidio che un gruppo di ragazzini, avesse messo in fuga pericolosi contrabbandieri che braccavano da un anno.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento