Un software dedicato per gestire le prenotazioni e un protocollo di sicurezza. Il Comune di Anacapri si prepara a garantire il distanziamento sociale per i bagnanti sulle spiagge pubbliche in attesa di ricevere le linee guida che Governo e Regione Campania intendono adottare per disciplinare la riapertura di spiagge e lidi nel corso della Fase 2 dell’emergenza coronavirus.
La giunta guidata dal sindaco Alessandro Scoppa ha infatti approvato un progetto che si prefigge di attivare un servizio di prenotazione e accesso controllato alle spiagge pubbliche del Faro di Punta Carena e di Gradola, le quali, essendo dotate di conformazioni naturali o architettoniche specifiche, non consentirebbero, se lasciate prive di un protocollo specifico, il mantenimento delle corrette distanze sociali tra le persone.
L’accesso alle spiagge sarà organizzato tramite due servizi specifici: prenotazioni da parte dei fruitori, gestite con un software dedicato e redatto da un esperto di informatica; controllo e gestione delle spiagge con l’impiego di 5/6 soggetti appositamente selezionati e formati attraverso apposito bando per un periodo di quattro mesi, a partire dal mese di giugno.
Per accedere alle spiagge del Faro e di Gradola, sarà quindi necessario prenotarsi attraverso il portale online, fornendo dati anagrafici e scegliendo lo spazio numerato che si intende occupare e la fascia oraria desiderata. Ovviamente, le prenotazioni saranno accettate fino ad esaurimento dei posti giornalieri, determinati per ciascuna spiaggia. Inoltre, per evitare eccessivi assembramenti, non sarà possibile prenotarsi presso ambedue le spiagge per più di due giorni consecutivi a settimana. Eventuali posti liberi potranno essere assegnati al momento, sempre nel rispetto della fascia oraria vigente.
Tale progetto resta passabile di modifiche in base alle norme specifiche attese da Governo e Regione Campania sull’argomento della riapertura delle spiagge pubbliche e – spiegano dal Comune – si prefigge di garantire sicurezza e distanziamento tra i bagnanti, senza però privarli della possibilità di andare al mare almeno due volte a settimana. Ci rendiamo conto che si tratterà di un’estate di sacrifici, ma nello studiare questa proposta abbiamo tenuto saldi due principi: lasciare semplicemente le spiagge chiuse senza nemmeno tentare di fornire un’alternativa sicura ai nostri cittadini e ai nostri ospiti sarebbe stata una triste sconfitta; aprire senza applicare alcuna misura di sicurezza avrebbe rappresentato un grave esempio di irresponsabilità.