- Un progetto porterà alla creazione della cosiddetta Area marina protetta Zingaro-Scopello
- Pescatori e volontari saranno coinvolti nella protezione dell’area
- L’area marina di Zingaro-Scopello si unirà alla Riserva Naturale orientata dello Zingaro
È esploso in questi giorni il fenomeno “Màkari”, dopo l’inizio della fiction Rai con protagonista Claudio Gioè. Nel frattempo l’area in cui è girata la serie – da alcuni definita “Caraibi siciliani”, in provincia di Trapani tra i territori di Custonaci e San Vito lo Capo – sta vivendo un processo di rivalutazione territoriale e naturalistico unico nel suo genere e punta a diventare l’area marina protetta Zingaro Scopello.
I pescatori, veri “guardiani” del mare di Màkari
Il set naturale di Màkari si aggiungerà alle sette aree marine protette siciliane, ma sarà un caso più unico che raro. È il pezzo di costa e mare tra Castellammare del Golfo e San Vito Lo Capo, tra i luoghi dove sono state svolte le riprese dello sceneggiato Rai. Un progetto del Centro Studi Isvam di Palermo, portato avanti grazie a un crowdfunding (ancora in corso), porterà alla creazione della cosiddetta “Area marina protetta Zingaro-Scopello”.
Non a molto servirebbe semplicemente dividere il territorio in zone protette e creare delle limitazioni. Questa l’opinione di Massimo Mirabella, presidente dell’associazione ed ex addetto stampa del ministro dell’Ambiente. Tra i fiori all’occhiello del progetto ci sarà il ruolo fondamentale dei pescatori costieri. Saranno loro a venire premiati ogniqualvolta porteranno a riva la plastica incagliata nelle reti. Il loro prodotto, inoltre, riceverà il bollino “Pescato nello Zingaro”, un’assicurazione di pesca responsabile e non invasiva. Proprio con loro saranno organizzati nei prossimi giorni dei tavoli tecnici.
Il progetto Area marina protetta Zingaro Scopello
Ma non sono solo i pescatori ad essere soggetti attivi di questo piano. Importante anche il lavoro dei volontari e degli operatori economici e del turismo (che potranno giovarsi molto della fiction Màkari). Svolgeranno un ruolo fondamentale i campi di volontariato delle cosiddette “Sentinelle della Natura”, che avranno il compito di informare i turisti delle regole del parco, svolgendo anche il ruolo di interpreti. Nei prossimi due anni, inoltre, tra questi volontari ci saranno anche dieci ragazzi da tutto il mondo.
Secondo il progetto, verranno anche organizzate immersioni didattiche, uno stazionamento per natanti, una riserva destinata al naturismo. E, aggiunge Mirabella, saranno anche creati “campi di ormeggio con boe intelligenti, che permetteranno lo stazionamento dei natanti senza compromettere la Posidonia o il transito e stazionamento di barche a vela”.
Le altre aree marine protette siciliane
Al momento sono sette le aree protette e riserve marine in Sicilia. Tra queste quelle delle isole di Ustica, Ciclopi, Pelagie ed Egadi. Poi quelle di Capo Gallo – Isola delle Femmine, del Plemmirio e di capo Milazzo.
L’area marina di Zingaro-Scopello, inoltre, avrà la particolare caratteristica di “unirsi” alla Riserva Naturale orientata dello Zingaro, così da creare un’unica rete di protezione del territorio trapanese. Questa resta una delle pochissime zone costiere siciliane in cui non esiste una strada litoranea, ed ancora oggi per questa ragione l’unico metodo di trasporto delle merci e dei rifiuti restano i muli.
Il progetto del centro Isvam sarà a breve presentato all’assessore regionale del Territorio e dell’Ambiente Toto Cordaro. Nel frattempo, oltre alla spinta della fiction Màkari, continua ad andare avanti la campagna di raccolta fondi: https://gofund.me/6d55ae5e
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