La caponata è uno dei piatti siciliani più famosi e replicati al mondo. Il suo nome comparve per la prima volta in un testo stampato a Messina nel 1759 dove viene definito come ‘piatto composto da varie cose’. Ed è certo che già un secolo dopo la caponata si preparava con pesce, melanzane, carciofi, capperi e olive.
Tuttavia, come riportato su DeliciousItaly.com, si dovrebbe parlare di capponata, con 2 p, perché era il sugo usato dai Monsù di Palermo per conservare fagiani, lepri e altra selvaggina. La capponata veniva poi ridotta a caponata (con una sola p) dai poveri che tendevano ad affogare i cubetti di melanzane fritte in un’antichissima ricetta detta ‘agrodolce’ insieme a capperi e olive verdi perché non potevano permettersi gli altri ingredienti.
La melanzana più economica veniva persino trasformata in finta quaglia: bastava lasciare intatto lo stelo e fare due tagli per lato per dare l’idea di un collo senza testa.
La caponata oggi è considerata la ‘regina’ della cucina popolare e si contano almeno 37 diverse ricette documentate nel corso della storia.
Un’altra fonte sostiene che la caponata sia di origine spagnola, che derivi dalla parola catalana caponada che significa: “qualcosa legato insieme come le viti” e si può riferire anche a un recinto in cui gli animali vengono ingrassati per la macellazione.
Alberto Denti di Pirajno, studioso, medico e gastronomo siciliano, suggerì che il piatto fosse nato a bordo di una nave come colazione di un marinaio con una grande quantità di aceto utilizzato che avrebbe agito come conservante.
Secondo, poi, Giuseppe Coria, autore di un tomo sulla cucina siciliana, la parola deriverebbe dal latino caupo (taverna) dove si serviva la cauponae, cioè il cibo da osteria per i viandanti.
Esistono, infine, varie varianti della caponata, come riportate su Antropocene.it, come queste:
- quella palermitana, che è la versione più semplice e la più classica, in cui gli ingredienti sono: melanzane, olive verdi o bianche, cipolla, sedano, capperi, salsa di pomodoro, olio, sale, aceto e zucchero. In alcune varianti si aggiungono basilico, pinoli e mandorle tostate grattugiate.
- quella agrigentina, in cui gli ingredienti sono melanzane, peperoni arramascati,, pomodoro, cipolla bianca o rossa, sedano, olive verdi, olive nere, capperi, aceto, miele, zucchero, aglio, olio e peperoncino basilico pinoli o mandorle, uvetta secca.
- quella catanese che si distingue dalle altre caponate per la predominanza della melanzana e del pomodoro, uniti a pinoli e basilico fresco;
- quella trapanese, che insieme a melanzane, peperoni, cipolle, pomodori maturi, sedano, olive verdi, capperi, aceto e zucchero, vengono aggiunte le mandorle tostate.
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