L’Etna è senza dubbio la meraviglia naturale della Sicilia più famosa al mondo, di recente spesso in attività. E l’escursione sul vulcano attivo più alto d’Europa è tra le attività preferite dai turisti e non.
L’Etna, che fa parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 2013, infatti, a differenza di altri vulcani attivi al mondo che sono difficili da raggiungere, dista a soli 45 minuti di auto da Taormina e da Catania e i crateri sono raggiungibili con la funivia e i veicoli 4×4.
L’Etna, inoltre, è lo stratovulcano più attivo al mondo: la sua lava ha un bassa viscosità: si accumula nella camera magmatica fino a quando non può che uscire fuori e scorrere attraverso le bocche laterali che si trovano sui suoi fianchi o tramite il cratere sommitale. Di conseguenza, a ogni eruzione corrisponde una modifica del vulcano, compresa la sua altezza: ora è a 3.357 metri.
Premesso ciò, ecco 6 curiosità sul vulcano siciliano.
- L’Etna ha le sue origini nella mitologia greca
Il nome Etna deriva dalla parola greca Aitne, che significa “brucio”. Secondo la mitologia greca, Aitna, figlia del cielo e della terra, era la dea del vulcano. Si crede anche che Zeus abbia seppellito Tifone sotto la montagna. Tifone era un mostro dalle cento teste la cui irrequietezza provocava eruzioni.
- Il dio romano del fuoco viveva sull’Etna
C’è un mito sull’Etna che racconta che Vulcano, il dio del fuoco, viveva sull’Etna e lì aveva la sua officina di lavorazione dei metalli.
Vulcano produceva armi, ferro altri oggetti. La leggenda narra che Vulcano sposò Venere, la dea dell’amore e della bellezza, dopo essere stata promessa sposa da Giove. Ad ogni infedeltà da parte di Venere, Vulcano batteva il metallo incandescente, da qui le eruzioni dell’Etna.
- Quasi i tre quarti dei raccolti della Sicilia sono coltivati intorno all’Etna
Anni di eruzioni hanno reso il terreno intorno all’Etna molto fertile e adatto alla coltivazione. Qui si coltivano agrumi, uva e ortaggi.
L’agricoltura sull’Etna rappresenta, però, un rischio poiché un’eruzione può verificarsi in qualsiasi momento e quindi si può perdere il raccolto. La volatilità della montagna scoraggia anche qualsiasi meccanizzazione: le colture vengono coltivate soprattutto a mano.
4. Nel 1669 l’eruzione più devastante dell’Etna (ma senza morti)
L’eruzione dell’Etna del 1669, che è considerata la più devastante in epoca storica, ebbe inizio in primavera e si concluse a metà luglio dello stesso anno. Devastò e seppellì decine di centri abitati giungendo fino al mare in corrispondenza dei quartieri occidentali di Catania.
Alla fine dell’eruzione del 1669 si fecero i conti dei danni ma non quello dei morti; infatti, è importante ricordare che l’eruzione laterale più distruttiva di epoca storica non ha causato nessun decesso fra la popolazione, anzi costituì un forte impulso per la rinascita della città e del territorio circostante. Fonte: INGVulcani.com.
- L’Etna fa parte di un Parco Nazionale
Il Parco Nazionale dell’Etna ospita montagne, campi di lava, foreste e diversi paesi vicini. Gli escursionisti apprezzano i numerosi sentieri, alcuni dei quali portano fino alle pendici dell’Etna. C’è anche una funivia sulla parete sud del vulcano. L’Etna attrae molto anche in inverno con tante aree aperte allo sci e allo snowboard.
- L’Etna è una delle più grandi aree vinicole della Sicilia
L’attività vulcanica intorno all’Etna ha reso il terreno ideale per la coltivazione dell’uva da cui proviene un ottimo vino. Le uve autoctone più famose sono il nerello mascalese e il nerello cappuccio.
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