Quanto al percorso formativo e su possibili miglioramenti, secondo il presidente della Fnovi “c’è da mettere attenzione ai corsi di specialità, finalizzati quasi tutti all’ingresso nel Ssn lasciando scoperta tutta la parte che afferisce alla libera professione. C’è quindi bisogno di riformare i corsi per gli specialisti, di mettere insieme il Ssn e l’università creando delle scuole di sanità laddove la parte teorica si faccia all’università e quella partica invece nel Ssn, utilizzando i medici veterinari alla stregua degli specializzandi medici negli ospedali”. Sull’importanza del settore per la società, secondo Penocchio “la percezione dei cittadini deriva quasi esclusivamente dall’attività con gli animali da compagnia e veniamo percepiti molto bene. Ma facciamo molto altro: il medico veterinario lo incontriamo tutti i giorni, quando al bar beviamo un cappuccino perchè il latte è controllato, o quando mangiamo una piazza o un gelato”. Quindi “i veterinari fanno salute degli animali con riflessi sulla salute dell’uomo e altrettanto si fa sicurezza alimentare. I prodotti che derivano da animali sani in una filiera controllata arrivano sulle nostre tavole. Poi c’è l’impatto economico, perchè la nostra professione vale tanto quanto il settore del perolio o del gas. Le politiche che governano la movimentazione d alimenti di origine animale sono importantissime dal punto di vista economico. Le ricadute possono essere enormi: basti pensare a una malattia infettiva che comporti poi il fermo di aziende, di settori, di regioni o di un’intera nazione quanti danni possa fare a un’industria che occupa 400mila addetti e che produce un significativo ritorno di Pil”, ha concluso.
(ITALPRESS).
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