Per Paolo Capone, segretario generale dell’UGL “l’incremento del costo energetico è una minaccia che rischia di compromettere seriamente la ripresa del Paese con riflessi drammatici sulle famiglie e sulle imprese. Preoccupa, inoltre, l’impatto sui prezzi e sui costi di produzione della cosiddetta ‘greenflation’, ossia l’incremento dei prezzi causato dalle politiche eccessivamente green. E’ fondamentale – ha rilevato Capone – aprire un dibattito senza veti ideologici sulle strategie che occorre attuare per garantire l’indipendenza energetica dell’Italia. Come UGL, chiediamo la convocazione di un tavolo di confronto fra Governo e parti sociali per discutere di transizione energetica, utilizzo di fonti alternative come il gas, nucleare di nuova generazione, idrogeno e CCS (Capture Storage CO2). In questa fase più che mai – ha concluso Capone – è centrale il ruolo degli investimenti in ricerca e sviluppo per superare le criticità del sistema industriale nazionale e delle imprese energivore. L’obiettivo è quello di prevenire possibili stop produttivi che avrebbero riflessi occupazionali allarmanti”.
Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha ringraziato l’Ugl “per l’attenzione sul tema dell’emergenza economica e occupazionale legata al caro dei costi energetici. A medio lungo termine occorre riconsiderare la scelta del nucleare che inquina di meno, impatta di meno ed è meno pericoloso garantendo maggiore continuità – ha sottolineato Salvini -. Paesi come la Finlandia e la Svezia producono tramite nucleare quasi la metà del fabbisogno energetico. Per quanto riguarda le soluzioni a breve termine domani ci sarà un tavolo al Mise e in settimana auspichiamo un primo decreto per affrontare il tema del caro energia. E’ necessario un incremento dell’estrazione di gas. Nel 2022 l’extra costo della luce per le imprese sarà pari a 30 miliardi di euro e se aggiungiamo il costo del gas includendo anche le famiglie arriviamo a 50 miliardi di euro. Si tratta di un’emergenza strutturale, pertanto serve uno scostamento di bilancio da almeno 30 miliardi di euro”.
Per Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia, “anni di politiche dei no hanno evitato che tante infrastrutture nel nostro Paese si realizzassero. Per il futuro serve un approccio diverso. Siamo favorevoli a uno scostamento di bilancio necessario per investire sull’adeguamento della rete infrastrutturale. L’Italia non ha più investito nella costruzione di un know-how sul nucleare, scelte che paghiamo a caro prezzo oggi. Per arrivare alla transizione green serve accelerare l’estrazione di gas naturale e la ricerca sul nuovo nucleare”.
Secondo Chiara Braga, deputata del Pd, “è importante ragionare su tutte le ipotesi, compreso uno scostamento di bilancio, ma serve concretezza. Il gas resta una fonte di transizione necessaria. Il nucleare è una scelta antieconomica e non praticabile per il nostro Paese. Le scorie sono ugualmente prodotte. E’ giusto preservare la ricerca ma proporlo come soluzione è scorretto per famiglie e imprese”.
(ITALPRESS).