Alle spalle di Mariupol l’indagine di Mediamonitor colloca Kharkiv (25.968), città messa a dura prova ogni giorno da bombardamenti e lanci di missili e Leopoli (20.419), che per la sua posizione al confine con la Polonia è diventata la base di partenza di migliaia di sfollati. Seguono Odessa, che controlla l’accesso sul Mar Nero (17.152), e Volnovakha (2.440), la città rasa al suolo dalle bombe che, come dichiarato dal ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov “non esiste più”.
Fra gli episodi legati al conflitto, ad avere la maggiore eco mediatica nel nostro Paese sono due momenti che testimoniano tutto l’orrore della guerra: i bombardamenti al teatro di Mariupol diventato rifugio per i civili, soprattutto donne e bambini, e al centro commerciale di Kiev, rispettivamente con 6.347 e 1.564 citazioni.
Al terzo posto la popolare “Bella ciao” che, riadattata dalla cantante Khrystyna Soloviy, è diventata il simbolo della resistenza ucraina (565 menzioni), seguita dal videomessaggio di Arnold Schwarzenegger in cui l’attore ed ex governatore della California si rivolge ai suoi “cari amici russi”, scagliandosi contro la propaganda e invitando Putin a fermare la guerra (400).
Marianna Podgurskaya, la blogger incinta fotografata mentre scendeva le scale tra le macerie dell’ospedale di Mariupol e diventata oggetto di un tentativo da parte della propaganda russa di far passare l’immagine come una fake news, è al quinto posto con 393 citazioni, seguita dalla vicenda di Andrea Cisternino, l’italiano rimasto bloccato vicino a Kiev dove gestisce un centro per la protezione degli animali abbandonati (373) e da quella del giovanissimo soldato russo catturato dagli ucraini, al quale alcuni cittadini del posto hanno permesso di videochiamare i genitori (355).
Chiudono la classifica di Mediamonitor.it la foto (poi rivelatasi una messinscena) della bambina ucraina che, seduta alla finestra, imbraccia un fucile mangiando un lecca-lecca (350), l’episodio della bimba che ha intonato la canzone di “Frozen” in un rifugio sotto le bombe a Kiev (247) e il coro dell’Opera di Odessa che ha eseguito il Và pensiero in un concerto tenuto all’aperto nella città assediata dalle truppe russe (157).
(ITALPRESS).