“Credo di aver notato un cambiamento nel tono di Putin, ma sono molto cauto”, ha proseguito.
“Poi è seguita una descrizione su un possibile accordo, io ho espresso la convinzione che per risolvere certi nodi fosse necessario un incontro con il presidente Zelensky. La risposta è stata che i tempi non sono ancora maturi. Uno dei punti che il presidente Putin ha trattato è che a suo avviso ci sono piccoli passi avanti sui negoziati”, ha aggiunto il premier.
“Tutti desideriamo vedere uno spiraglio di luce, ma tutti dobbiamo stare con i piedi per terra. Le sanzioni funzionano, alla pace si arriva se l’Ucraina si difende. C’è il desiderio di andare avanti presto, ma è anche presto per superare lo scetticismo. Ho affermato la disponibilità dell’Italia, disponibilità accolta da Putin”, ha sottolineato Draghi.
“Sul Def non è prevista nessuna indicazione specifica sulle spese militari, a oggi non c’è nessun problema su questo tema. L’impegno dell’Italia con la Nato a spendere il 2% è stato preso nel 2014 ed è stato ribadito da tutti i governi successivi. Dal 2018 al 2021 gli investimenti sulla difesa sono aumentati tra il 17% e il 26%, l’impegno è confermare i nostri impegni con la Nato”, ha spiegato Draghi, che si è detto “molto soddisfatto dell’accordo” nella maggioranza. “Ci siamo visti con il presidente Conte che chiedeva un allungamento fino al 2030 e io ho risposto che si fa quello che chiede il ministro Guerini,cioè arrivare al 2028. Su questo poi non c’è stato disaccordo”, ha aggiunto.
(ITALPRESS).