Il professor Alessandro Zerbi, responsabile della Chirurgia Pancreatica all’IRCCS Humanitas e docente di Humanitas University così ha spiegato, al microfono di Italpress, le motivazioni per le quali il tumore al pancreas, e in particolare il carcinoma al pancreas, è considerato uno dei big killer dell’oncologia: “E’ una delle neoplasie solide con la prognosi peggiore. Ciò è dovuto al fatto – ha spiegato Zerbi – che la diagnosi spesso è tardiva. I sintomi sono aspecifici e vengono sottovalutati, quando poi si fanno indagini diagnostiche strumentali, si fa fatica a visualizzare il pancreas, che è un organo molto profondo. Per la sua collocazione anatomica poi, i tumori al pancreas frequentemente si espandono nei tessuti circostanti e in altri organi. Solo una piccola percentuale dei pazienti inoltre è operabile. C’è da aggiungere purtroppo il fatto che, dal punto di vista biologico, sono anche tumori che rispondono poco ai trattamenti chemioterapici”.
Istituto Clinico Humanitas, ogni anno, si occupa di oltre 1000 pazienti affetti da carcinoma del pancreas, oltre ad altri 250 pazienti che devono affrontare tumori neuroendocrini. L’ospedale si è dotato quindi di una Pancreas Unit. “La Pancreas Unit – ha raccontato ancora Zerbi – è fondamentale perchè è sinonimo di approccio multidisciplinare al tumore al pancreas. E’ condizione irrinunciabile per poterlo curare in modo efficace. Soltanto con una equipe multidisciplinare si possono prendere decisioni corrette, paziente per paziente. Fanno parte della Pancreas Unit tutti gli attori della cura, quindi chirurgo, oncologo, radioterapista, gastroenterologo, endoscopista, anatomopatologo e anche nutrizionista, psicologo, diabetologo. Queste sono le figure che sono fondamentali per un approccio completo a questo tipo di tumore”.
La ricerca gioca poi un ruolo fondamentale per arrivare a una diagnosi precoce, a capire meglio la terapia adatta a ogni paziente e a predire eventuali complicazioni post operatorie. Sono molti i fronti sui quali IRCCS Istituto Clinico Humanitas sta lavorando, anche grazie alla collaborazione e al sostegno di Fondazione Humanitas per la Ricerca, di Humanitas University e del Politecnico di Milano. “La ricerca lavora per rispondere a due principali domande: una domanda su diagnosi, dobbiamo intervenire più precocemente e una domanda su terapie. Dobbiamo identificare terapie più mirate per i nostri pazienti. Fondazione Humanitas per la Ricerca è molto attiva, in particolare portiamo avanti progetti che mirano a una migliore profilazione dei pazienti per identificare marcatori di diagnosi e di terapia”, ha detto a Italpress Federica Marchesi, professoressa di patologia generale all’Università degli Studi di Milano e ricercatrice nei laboratori di IRCCS Istituto Clinico Humanitas.
L’aiuto delle nuove tecnologie porta speranza ai malati di tumore al pancreas. In particolare, sotto la direzione del professor Zerbi, è nato un laboratorio in collaborazione con il Politecnico di Milano per la caratterizzazione biomeccanica del tessuto del pancreas, allo scopo di creare un modello fisico dell’organo in materiale artificiale, sia per il training di chirurghi e specializzandi, sia per individuare strumenti specifici per la chirurgia pancreatica. E anche l’uso di algoritmi di intelligenza artificiale aiuta a ottimizzare il percorso di diagnosi e a prevedere l’andamento della terapia o il decorso post operatorio.
Per la Giornata Mondiale del Tumore al Pancreas, Humanitas ha realizzato un video che racconta il dietro le quinte della caccia al big killer dell’oncologia, attraverso le parole di medici, chirurghi, ricercatori e infermieri. Il video sarà disponibile su Youtube, Instagram e Facebook di Humanitas dal 17 novembre.
– foto ufficio stampa Lab Humanitas-Politecnico pancreas artificiale –
(ITALPRESS).