“Pensiamo – ha continuato – al green pass: è un esempio molto interessante perchè è stato sviluppato in tempi molto rapidi, funziona” e opera utilizzando “dati provenienti da fonti informative da enti diversi a livello locale e centrale. Questa, secondo me – ha aggiunto -, è una bella esperienza perchè consente di comprendere come, lavorando insieme, enti centrali, enti locali e istituzioni, con le tecnologie si possa semplificare la vita dei cittadini. Poi – ha proseguito – sono state già approvate le prime terapie digitali, ovvero software prescrivibili come una terapia, integrati in un percorso di cura e che hanno superato quei test di efficacia, qualità e sicurezza necessari per una terapia. In qualche modo il digitale già oggi è nella nostra vita”.
Una riflessione, poi, anche su “Marconi 100”, un “supercomputer di Cineca di Bologna”. “E’ il nono computer superpotente al mondo, il secondo per potenza in Europa ed è basato anche su tecnologie Ibm”, ha ricordato, parlando anche di alcune attività “su cui si è focalizzato il Marconi 100” anche durante la pandemia, per “simulare il comportamento tra la malattia e la molecola e sviluppare nuove terapie, utilizzando le migliori tecnologie di supercomputing, calcoli e intelligenza artificiale”.
Per Scaramuccia, “i supercomputer stanno cambiando in modo importante soprattutto come si fa la ricerca e lo sviluppo farmaceutico. Attraverso l’utilizzo dei supercalcolatori – ha evidenziato – si è in grado di simulare il comportamento delle molecole, simularne l’efficacia, la tossicità, riducendo i tempi dei test e i rischi di andare a testare farmaci fallimentari, abbassando il costo di produzione e aumentando l’equità di accesso alle cure”.
Sul fascicolo sanitario elettronico, “al momento la situazione è ancora molto eterogenea”. “Sicuramente – ha spiegato Scaramuccia – funziona come repository di informazioni. Però mi piace pensare al futuro soprattutto con la declinazione che ne ha dato il Pnrr: ha detto chiaramente che il fascicolo sanitario elettronico deve diventare la pietra angolare del sistema sanitario. Questo vuol dire fare in modo che sia alimentato con tutti i dati che il cittadino genera nelle sue interazioni con il servizio sanitario, sia pubblico che privato convenzionato, e che poi questi dati siano fruibili”. Può diventare, quindi, uno “strumento a supporto delle analisi delle informazioni e in questo l’intelligenza artificiale può consentire un grosso passo in avanti perchè permette – ha sottolineato – di fare elaborare in modo automatico testi in linguaggio naturale”.
(ITALPRESS).