“La Cisl chiede da anni, a governi di diverso colore, una strategia nazionale sulla sicurezza – ricorda il sindacalista -. Con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Il governo Meloni ha dato risposte parziali sull’alternanza scuola-lavoro, il reclutamento di 800 ispettori, la formazione obbligatoria. Ma la strada da percorrere è lunghissima”.
Secondo Sbarra servirebbe “una stretta sulle sanzioni che devono diventare penali e che oggi si fermano a poche migliaia di euro. Condizionare incentivi e sostegni al rating delle aziende, sia in termini di applicazione dei contratti maggiormente diffusi nei settori di riferimento che di responsabilità sociale. E poi un grande investimento sulle assunzioni di ispettori e medici del lavoro, almeno 10 mila persone. Inconcepibile che ancora oggi 8 aziende ispezionate su 10 risultino fuori dalle norme”. Inoltre, potenziare l’Ispettorato “non basta. Bisogna anche digitalizzare le banche dati e innovare i metodi di match e di controllo sui territori. E ancora tanta prevenzione e formazione, a cominciare dalla scuola. Pensare di arrivare a una svolta a costo zero è illusorio. Si cominci rimettendo in circolo l’avanzo che ogni anno viene dirottato dall’Inail alle casse dello Stato. Due miliardi delle imprese e dei lavoratori a cui vanno restituiti”.
“Ci mobiliteremo con assemblee nelle fabbriche, nei cantieri, negli uffici e con iniziative da Nord a Sud – annuncia Sbarra -. Già in queste ore abbiamo sostenuto le federazioni e le strutture territoriali più coinvolte. Chiediamo al governo di accelerare e dare esiti concreti al confronto sulla sicurezza.
E al mondo delle imprese di aprire un cammino comune contro le morti e gli infortuni. Dobbiamo affrontare uniti questa battaglia”.
– foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).