Il provvedimento è stato emesso, su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bologna, dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale felsineo, che, in considerazione del profilo criminale, dell’esiguità dei redditi dichiarati e dell’evidente sproporzione rispetto al patrimonio, nel tempo, acquisito, ha ritenuto che il soggetto, considerato socialmente pericoloso, per il tenore di vita sostenuto, potesse vivere abitualmente con i proventi di attività delittuose. Il destinatario delle misure, infatti, affiliato al clan dei casalesi, ha commesso, associandosi con esponenti del cartello criminale, plurimi reati di spaccio e traffico di sostanze stupefacenti in un significativo arco temporale – oltre quindici anni – da cui ha tratto profitti, i quali a loro volta hanno costituito, almeno in determinate epoche, l’unico suo reddito e del nucleo familiare o, quanto meno, una componente significativa dello stesso.
Dal punto di vista patrimoniale, la puntuale ricostruzione effettuata dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Rimini ha permesso di acquisire elementi in ordine alla disponibilità, da parte del soggetto, di beni immobili ed aziende di valore sproporzionato al reddito dichiarato e all’attività economica svolta, ubicate in Romania ove il pregiudicato ha soggiornato nel 2008, periodo in cui era latitante al fine di sottrarsi a plurimi provvedimenti cautelari emessi nei suoi confronti. Il provvedimento verrà eseguito in Italia ed in Romania, attivando la procedura prevista dal Regolamento europeo 2018/1805, relativo al riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e di confisca (Ue), entrato in vigore il 19 dicembre 2021. I beni sono stati affidati in custodia ad un Amministratore Giudiziario nominato dal Tribunale felsineo.
– Foto: Ufficio stampa Guardia di Finanza –
(ITALPRESS).