Il motivo per cui DB stima un intervento a fine 2022, è legato al mercato del lavoro che resta molto positivo, la disoccupazione è al 7,2%, praticamente ai livelli pre-pandemici.
Ciò determinerà un aumento dei salari, essendoci più concorrenza: DB prevede che l’inflazione salariale accelererà dall’1,5% nel 2021 al 2,5% a 2022, escludendo l’impatto dell’aumento del salario minimo tedesco, che vale un altro 0,5%. Questo sarà il vero motore dell’inflazione, lasciando più libertà di manovra alla Bce, che a quel punto dovrebbe sentirsi più fiduciosa, e dovrebbe agire per ridurla dopo anni di politiche che agivano in senso contrario.
DB prevede aumenti, dopo i 25 punti base di fine 2022, potrà raggiungere lo 0,5% a settembre 2023, seguito da rialzi meno frequenti. L’obiettivo finale è l’1% nel 2024, due anni prima del previsto. A frenare queste dinamiche potrebbe esserci un aumento più lento dell’inflazione salariale, un maggiore inasprimento delle condizioni finanziarie a causa dei rimborsi del Tltro, l’attivazione della clausola di overshooting dell’inflazione e la materializzazione del rischio geopolitico.
La Fed sta dimostrando che il punto di svolta nel ciclo delle politiche può essere rapido, e se l’inflazione dovesse essere più bassa nell’area dell’euro, DB prevede un cambio euro-dollaro a 1,15 a fine anno, fino a 1,30 nel 2025.
(ITALPRESS).