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Ricci “La sfida del Pd a Fdi parte dai comuni”

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ROMA (ITALPRESS) – “Alle Europee il Pd deve sfidare FdI: vedremo chi sarà il primo partito. E noi sindaci dem – che abbiamo perso il congresso del partito ma siamo ora pronti a candidarci – possiamo fare la differenza”. Così, in un’intervista a la Repubblica, Matteo Ricci, primo cittadino di Pesaro e presidente di Ali, Autonomie locali italiane.

“Abbiamo dato la disponibilità, perchè tutti devono dare una mano – spiega -. Il 9 giugno si sfideranno due idee opposte di Europa. E il Pd deve sfidare FdI su chi sarà il primo partito italiano. Ce la metteremo tutta. La cultura dei governi progressisti locali crediamo sia fondamentale per aiutare Elly Schlein a vincere”. Abbiamo perso il congresso “è vero. Ma la cultura politica che tiene insieme forti idealità e il pragmatismo e il riformismo del governo quotidiano delle città, è decisiva per vincere. Da dieci anni, un terzo dell’elettorato è mobile: cambia di volta in volta o si riversa nell’astensionismo, che è voto di sfiducia. Nelle città noi sindaci l’abbiamo conquistato, consentendo al centrosinistra di vincere”.

“Le Europee – aggiunge – sono un passaggio politico importante per costruire una alternativa alla destra di Meloni e Salvini. Si vota anche in 4 mila e 500 Comuni e in diverse Regioni. Quindi occorre una competizione cooperativa nel centrosinistra con 5S, Avs e Calenda. Alle Europee ciascuno per sè, ma alle amministrative e regionali ci si allea. Come la battaglia comune sul salario minimo, dobbiamo lanciare le altre sulla sanità pubblica e per contrastare l’autonomia differenziata”.

“Una legge di bilancio debolissima e i fatti recenti che hanno visto coinvolto il deputato meloniano Pozzolo, mostrano una destra tutta chiacchiere e distintivo – prosegue Ricci -. Dobbiamo rispondere proponendo un patto al mondo del lavoro e delle imprese. Un nuovo patto sociale e ambientale. Le previsioni di crescita della legge di Bilancio non sono credibili: per il governo la crescita sarà all’1,2, per Bankitalia e Istat alla metà. Quindi una manovra correttiva è dietro l’angolo. La premier Meloni va sfidata sulla crescita e sul sostegno ai salari.

E l 9 giugno sugli Stati Uniti d’Europa che sono l’altra stella polare. Senza uno Stato europeo federale non avremo futuro e senza una sinistra popolare forte aumenteranno le disuguaglianze”. Alla domanda se Schlein dovrebbe candidarsi capolista, risponde: “Spetta a lei decidere. A maggior ragione, se Meloni fa la capolista di FdI, allora il Pd dovrà polarizzare il confronto e Elly sarà comunque in prima linea nella campagna elettorale, mettendoci la faccia. Valuterà se candidarsi o meno, ma evidente che sarà anche uno scontro di leadership tra lei e Meloni”.

– foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Redazione
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