“Dall’altra parte – ha continuato Profumo – c’è il tema del lavoro. E qui dobbiamo partire dalla considerazione che siamo tutti diversi, non tutti abbiamo le stesse possibilità e capacità di fare qualsiasi tipo di lavoro. E quindi è necessario aiutare, accompagnare le persone perchè ciascuno in relazione a quello che può tragga il suo meglio. Noi, in questo momento – ha aggiunto il presidente della Compagnia San Paolo -, abbiamo un grandissimo interesse a intervenire su quelle fasce più fragili, pensiamo ai Neet, che sono persone che non studiano, non lavorano, non hanno una loro socialità. Sono difficili da individuare e integrare. Io credo che il nostro Paese abbia bisogno di investire molto su queste persone, e farlo con grande professionalità, dove c’è prima un tema psicologico, un tema di relazioni tra persone, un tema di umanità. Poi c’è la parte formativa che ne consegue. Però bisogna intervenire insieme a questi due elementi, altrimenti si rischia di fare ulteriori disastri”.
Passando al tema della crisi, economica e geopolitica, Profumo ha spiegato: “Dal punto di vista geopolitico c’è un tema a monte, ovvero che negli ultimi anni non abbiamo mai valutato i rischi che c’erano nel momento in cui esistevano delle filiere lunghe, sia per l’energia che per le materie prime. Nel momento in cui queste filiere si sono interrotte, ecco che siamo entrati nelle difficoltà. Allora un soggetto come una Fondazione può fare due cose: un intervento emergenziale, nell’aiutare le persone a pagare le bollette, e lavorare, sempre sul lungo termine, nel rivedere la modalità con cui si gestisce il rapporto tra energia, consumatore, produttore. Da questo concetto nasce d’altronde l’idea delle comunità energetiche”.
“Da una parte abbiamo un tema di emergenze, dall’altra parte dobbiamo pianificare nel medio e nel lungo termine il nuovo modello di sostenibilità dell’energia in questo mondo che è stato stravolto da qualcosa che forse non avevamo valutato abbastanza”, ha concluso Profumo.
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