“Voglio anche ricordare che siamo il Paese più impegnato nella modernizzazione della Pubblica amministrazione, non solo dal punto di vista dell’ammontare delle risorse messe a disposizione (oltre il 70% dei fondi europei stanziati a questo scopo), ma anche dal punto di vista della qualità delle riforme e degli investimenti finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza – aggiunge -. Siamo, infatti, presenti in tutti gli ambiti prioritari individuati dalla Commissione europea: public service delivery, formazione e sviluppo delle competenze dei dipendenti pubblici, semplificazione amministrativa, miglioramento dei processi decisionali, modernizzazione delle procedure di reclutamento, miglioramento della trasparenza dell’azione amministrativa”.
“Un’altra spinta decisiva alla riforma del pubblico impiego, in questo senso, arriva dal decreto ‘Pnrr 2’ appena approvato definitivamente dalla Camera, con i nuovi profili professionali pronti al decollo, il rafforzamento del portale inPA (che diventa l’unica porta d’accesso digitale ai concorsi pubblici e alle procedure di mobilità), l’introduzione degli assessment anche nelle selezioni del personale non dirigenziale, la delega ad aggiornare il Dpr 487/1994 sui concorsi, la revisione del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici e l’introduzione di azioni positive per favorire la parità di genere nell’accesso alla Pa e nelle progressioni di carriera, le nuove regole su comandi e distacchi, il rafforzamento di Formez PA e Scuola Nazionale dell’Amministrazione – sottolinea il ministro -. Ringrazio tutti i miei collaboratori, il Gabinetto, il Dipartimento della Funzione pubblica, l’Aran, il Formez, la Sna. Senza gioco di squadra nulla sarebbe stato possibile. Sono orgoglioso del lavoro svolto, con il contributo sempre costruttivo del Parlamento e il confronto costante con le Regioni, le Province e i Comuni. Un lavoro, quello dell’intero Governo, che è proseguito senza ritardi nonostante il dramma della guerra in Ucraina e che non si fermerà: siamo già all’opera per tagliare entro fine anno i prossimi traguardi, che valgono altri 22 miliardi di investimenti per l’Italia di domani, nel segno delle riforme, della crescita e dell’inclusione”.
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(ITALPRESS).