Infiniti, in barba allo Stato e ai cittadini.
Gli indagati viaggiano con un’autocisterna strapiena di carburante procacciato a prezzo agevolato e venduto ai distributori stradali su quello che diventa un vero e proprio mercato nero. A quanto? A meno della metà del costo medio del gasolio. Regalato in pratica, tenuto anche conto del fatto che, trasportato a migliaia di km di distanza, non risente di alcun incremento di valore, salvo poi finire nelle vetture dei consumatori finali a prezzi stellari.
L’arguto meccanismo fraudolento, dietro il quale si nascondono le organizzazioni criminali sbaragliate dalle Fiamme Gialle pescaresi, si basa sull’utilizzo di fatture false, con cui simulare un allineamento dei prezzi di vendita a quelli di mercato. E la differenza pagata in più? E’ finta, viene poi, di fatto, restituita in contanti: così si aggira la normativa fiscale, a danno dell’Erario. Risultato? Un bottino immenso, equamente spartito tra i protagonisti di una storia che, però, finisce male, perchè sono i finanzieri del capoluogo adriatico a scriverne l’epilogo. Con una complessa attività investigativa, erta su dati incrociati tra i risultati delle intercettazioni e quelli delle indagini finanziarie che consolidano il ricco quadro probatorio a carico delle società indagate, le Fiamme Gialle pescaresi scovano una materia imponibile pari a più di 207 milioni di euro, per un’IVA evasa di oltre 45 milioni di euro e, intanto, procedono al sequestro preventivo finalizzato alla confisca anche per equivalente, disposto dalle Procure della Repubblica di Lanciano e Velletri, di quasi 8 milioni di euro.
(ITALPRESS).