“Di conseguenza, sebbene la crescita nel 2022 sia destinata a essere migliore rispetto alle previsioni precedenti, le prospettive per il 2023 sono significativamente più deboli per la crescita e più alte per l’inflazione rispetto alle previsioni intermedie estive”, osserva la Commissione Ue.
“La crescita del Pil reale nell’UE ha sorpreso al rialzo nella prima metà del 2022, poichè i consumatori hanno ripreso con vigore a spendere, in particolare per i servizi, in seguito all’allentamento delle misure di contenimento del Covid-19. L’espansione è proseguita nel terzo trimestre, anche se a un ritmo notevolmente più debole. Tra l’elevata incertezza, le elevate pressioni sui prezzi dell’energia, l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie, un contesto esterno più debole e condizioni di finanziamento più restrittive dovrebbero portare l’UE, l’area dell’euro e la maggior parte degli Stati membri in recessione nell’ultimo trimestre dell’anno”, prosegue la Commissione nelle sue previsioni. Tuttavia “il potente slancio del 2021 e la forte crescita nella prima metà dell’anno dovrebbero portare la crescita del Pil reale nel 2022 al 3,3% nell’UE (3,2% nell’area dell’euro), ben al di sopra del 2,7% previsto nelle previsioni intermedie estive. Poichè l’inflazione continua a tagliare il reddito disponibile delle famiglie, la contrazione dell’attività economica dovrebbe continuare nel primo trimestre del 2023. Si prevede che la crescita in Europa tornerà in primavera, poichè l’inflazione allenta gradualmente la sua presa sull’economia”.
(ITALPRESS).
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