Nelle scorse ora dalla città di Severodonetsk, nell’Est del paese, sono giunte notizie ancora una volta contrastanti. Mentre per Mosca le forze ucraine si stanno ritirando dalla città in direzione di Lysychansk, per Kiev i combattimenti continuano. “La situazione a Severodonetsk, dove continuano i combattimenti di strada, resta estremamente difficile”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale. “E’ difficile – ha continuato – anche a Lysychansk, Marinka, Kurakhove, in altre città e comunità del Donbass”, ha aggiunto il leader ucraino, secondo cui i missili russi utilizzati sul suo paese sono in totale 2.503. Secondo l’intelligence britannica, “nelle ultime 24 ore, le forze ucraine hanno contrattaccato nella città contesa di Severodonetsk nell’Ucraina orientale, probabilmente attenuando lo slancio operativo che le forze russe avevano precedentemente acquisito concentrando le unità di combattimento e la potenza di fuoco.
Le forze russe impegnate in quest’area – prosegue l’intelligence nell’ultimo aggiornamento diffuso dalla Difesa del Regno Unito – includono personale mobilitato dalla riserva delle forze separatiste a guida russa dell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk”. Per Londra la tattica di usare forze di fanteria per “procura” è già stata “precedentemente osservata in Siria” e questo approccio potrebbe indicare “il desiderio di limitare le perdite subite dalle forze russe regolari”.
Ieri un incendio ha colpito la chiesa di Tutti i Santi del monastero ortodosso Svyatogorsk Lavra, nella regione di Donetsk. “Durante la guerra su vasta scala, 113 chiese sono già state distrutte o danneggiate dai bombardamenti russi”, ha detto Zelensky nel suo videomessaggio. “Tra queste ci sono quelle antiche – ha aggiunto -, quelle che hanno resistito alla seconda guerra mondiale, ma non hanno resistito all’occupazione russa”.
Sulla causa del fuoco che ha colpito Svyatogorsk Lavra, però, russi e ucraini si accusano reciprocamente. Per Kiev le fiamme sono divampate a seguito di un attacco russo mentre per il ministero della Difesa di Mosca a dare fuoco alla struttura sarebbero stati i “nazionalisti ucraini” durante “il ritiro delle unità della 79esima Brigata d’assalto aviotrasportata delle Forze armate ucraine”.
“Gli ucraini – ha affermato Zelensky – sono accusati di incendio doloso, sebbene i monaci e i laici di Svyatohirya vedessero perfettamente che si trattava di artiglieria russa”.
Intanto continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime tra i bambini. Secondo i dati diffusi dall’ufficio del procuratore generale dell’Ucraina, dall’inizio del conflitto ad oggi 262 bambini sono morti e almeno 467 sono rimasti feriti.
L’auspicio, quindi, è che si giunga a un accordo di pace in tempi brevi ma, sul piano diplomatico, lo scontro verbale tra le parti riduce le speranze al minimo. Ieri il presidente russo, Vladimir Putin, non si è mostrato preoccupato dalla fornitura di armi a Kiev da parte di altri paesi: in un’intervista televisiva citata dai media russi Putin ha affermato che la Russia le schiaccerà “come noci” mentre già “decine di unità sono state distrutte”.
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(ITALPRESS).