Il giornalista e scrittore parla poi della guerra in Ucraina dove “tutti noi abbiamo scoperto l’esistenza di starlink di Elon Musk, questa costellazione è fondamentale per la guerra in Ucraina perchè sta dando la connessione al governo all’esercito e ai cittadini, e quindi tutti noi abbiamo scoperto la questione dei satelliti addirittura privati. Il 24 febbraio di due anni fa viene dato l’ordine di accendere i motori e attraversare la frontiera tra Russia e Ucraina, ma sei ore prima che venisse dato quest’ordine parte un gigantesco attacco informatico alle infrastrutture, non solo in Ucraina” perchè il governo di Kiev “non dispone di satelliti per le comunicazioni sicure, aveva solo un contratto con una società americana per un servizio internet fornito attraverso i satelliti; i russi quindi hanno disattivato i modem che consentono all’esercito e allo Stato di poter avere internet, l’esercito ucraino improvvisamente diventa cieco e sordo. Questo servizio, però, veniva usato da tantissime aziende private, al punto che circa 30mila modem vanno fuori uso con molte aziende, alcune anche italiane, si sono trovate senza internet. Gli ucraini si sono rivolti a Musk che il giorno dopo risponde starlink: è attivabile. Nessuno può credere che da un singolo tweet in sole 48h si possano mandare camion carichi di apparecchiature elettroniche in una zona bombardata – evidenzia -, Questo significa che Musk da tempo stava programmando di inviare starlink in Ucraina. Ma bisogna fare un passo indietro, 4 mesi prima dell’invasione dell’Ucraina i russi fanno un’azione dimostrativa spettacolare passata sottogamba dall’informazione, lanciano un loro missile balistico nello spazio e distruggono un loro satellite non più in funzione, questa distruzione provoca tremila pezzi che hanno disturbato i segnali dei satelliti di starlink; bene, 4 mesi prima alcuni analisti hanno detto questo è stato il primo campanello d’allarme dell’attacco in Ucraina. Ma non solo. Nell’aprile del 2014 succede qualcosa di mai avvenuto, il gps russo improvvisamente si spegne per 13 ore – racconta -, e nel libro ci sono documenti e testimonianze che che suggeriscono l’ipotesi che non si sia trattato di un guasto ma di un intervento esterno, molto probabilmente una ritorsione degli Usa per l’annessione russa della Crimea avvenuta 15 giorni prima”.
Ma qual è lo stato delle cose in Europa? Secondo Finucci “non siamo messi male perchè abbiamo tantissima tecnologia e conoscenza e anche noi italiani siamo molto bravi con delle aziende molto importanti, il problema è che noi non abbiamo i razzi per lanciare i satelliti. Speriamo di avere l’autonomia per portare i satelliti in orbita, però sicuramente se noi avremo questa autonomia ci sarà un piccolo punto, i lanciatori, i razzi europei purtroppo costeranno molto di più di quelli fatti da Musk, ciò significa che i servizi fatti dagli europei costeranno molto di più con uno svantaggio competitivo nei confronti degli americani che riescono a lanciare i satelliti a costi molto inferiori. Ci sono solo tre aziende che stanno integrando lo spazio nel loro business: Google, Amazon e Musk – conclude -, quest’ultimo è destinato a diventare il dominus dell’ordine digitale perchè lui ha creato una filiera perfetta che crea valore grazie alle attività spaziali”.
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