“Noi abbiamo già piccole imprese che stanno chiudendo, non possiamo permetterci di trovare un deserto imprenditoriale di qui a due mesi. Se prima è stato dato un bonus alle famiglie una tantum di duecento euro, ora non è sufficiente – prosegue -. Da ottobre a marzo dobbiamo stabilizzare un bonus che sia almeno di cento-centocinquanta euro per i redditi fino a 35 mila euro, per fare in modo che queste famiglie siano serene nel pagare la bolletta. Sulle imprese il discorso cambia: da una parte bisogna dragare i famosi soldi degli extra-profitti. Almeno 9 miliardi, ma sono sicuramente di più. Questi soldi vanno presi e destinati alle imprese ma va fatto adesso”.
Poi per Mulè è necessaria una strategia “che risiede nella volontà italiana di essere guida in Europa nello stabilire un tetto europeo, perchè è stupido pensare a un tetto solo italiano. Il price cap deve essere comune e deve essere europeo. Un pò come è successo per i vaccini: quando si decise di fare una centrale unica per l’acquisto dei vaccini, il prezzo calò di più del 50%. La stessa cosa va fatta con il gas. Poi serve una transizione che possa permetterci di essere indipendenti dal punto di vista dell’energia di qui a massimo due anni. In questo la Sicilia ha un grande vantaggio perchè diventa un hub europeo. Una grande opportunità di essere un punto di passaggio non solo per l’Italia ma per tutta l’Europa, con vantaggi in termini di royalties. Si apre un capitolo enorme sul modello della Basilicata, dove il buon governo di Forza Italia ha fatto in modo che l’Eni dia alla Regione e ai cittadini forti compensazioni. La Sicilia ha una grande opportunità per questo e il presidente Schifani so già per certo che, come si dice in questi casi, è sul pezzo”, ha aggiunto.
Silvio Berlusconi ha rilanciato la proposta di un esercito comune europeo. Mulè ricorda che “è stato già creato un corpo di 5000 soldati che in ogni momento possono partire. Sono i prodromi di un’azione di un esercito europeo che deve nascere. Se l’Europa vuole avere un ruolo internazionale davvero di primo piano non solo nei confronti della Russia, che è il problema che oggi abbiamo davanti, ma anche nei confronti della Cina, dell’Africa e di tutti quei fronti che ci espongono e che dobbiamo affrontare, deve dotarsi di questo esercito comune che per altro dal punto di vista dei costi è meno gravoso rispetto alla parcellizzazione di eserciti di ogni singolo Stato, perchè significa avere in comune anche tecnologie, armi, battaglioni. E’ un percorso obbligato che dobbiamo assolutamente perseguire con forza – conclude -. Il presidente Berlusconi ha indicato una strada, sono 20 anni che lo ripete, e finalmente ci stiamo arrivando”.
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