Raiola si trovava da alcuni giorni al San Raffaele di Milano e già giovedì si era diffusa la notizia della sua morte, smentita prima da Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale meneghino (“sono indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo”) che dallo stesso entourage di Raiola attraverso un tweet (“Stato di salute attuale per chi se lo chiede: incazzato, è la seconda volta in 4 mesi che mi danno per morto. Sembrano anche in grado di resuscitarmi”). Già lo scorso gennaio Raiola, 54enne agente di calciatori come Ibrahimovic, Donnarumma, Pogba o Haaland, era stato ricoverato al San Raffaele: all’epoca si parlò di intervento d’urgenza ma dal suo entourage precisarono che era stato “sottoposto a controlli medici ordinari che hanno necessitato di anestesia. Si tratta di controlli programmati”. La “Bild” si sbilanciò parlando di ricovero in terapia intensiva, altra indiscrezione che non trovò alcuna conferma, con Raiola che qualche giorno dopo fu dimesso.
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(ITALPRESS).