Scrive per Paese Sera e per il Corriere della Sera, nonchè su numerose riviste e fonda il collettivo letterario neo-avanguardista Gruppo 63 con Umberto Eco ed Edoardo Sanguineti.
Dal 1987 al 1994 ricopre la carica di secondo direttore di Rai3: rilevata da Giuseppe Rossini, la trasforma in un canale dinamico e innovativo, introducendo per primo in Italia il concetto di Tv verità. Sotto la sua direzione nascono programmi cult come Telefono giallo, Samarcanda, Linea rovente, Un giorno in pretura, La Tv delle ragazze, Blob, Chi l’ha visto?, Mi manda Lubrano (poi divenuto Mi manda Raitre), Io confesso, Magazine 3, Avanzi, Ultimo minuto, Quelli che il calcio (passato nel 1998 su Rai2), Da Storia Nasce Storia, Tunnel e Storie maledette, e vengono lanciati personaggi come Corrado Augias, Michele Santoro, Donatella Raffai, Roberta Petrelluzzi, Serena Dandini, Fabio Fazio, Piero Chiambretti, Giuliano Ferrara, Daniele Luttazzi e Franca Leosini. Di Guglielmi fu l’idea di mettere in bianco e nero e fra virgolette rosse le annunciatrici dei programmi. Svolge in tutti questi anni l’attività di critico letterario (soprattutto su l’Espresso) e diventa uno dei più temuti critici della nuova narrativa italiana. Dal 1995 al 2001 è presidente e amministratore delegato dell’Istituto Luce. Dal 2004 al 2009 venne chiamato da Sergio Cofferati nella giunta comunale di Bologna in qualità di assessore alla cultura.
(ITALPRESS).
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