“Nel 2014 abbiamo ripensato il rapporto tra Coni e federazioni, centralizzando tutta la preparazione olimpica – ha raccontato Mornati – Abbiamo trattato l’Istituto di scienza, la parte sportiva dell’Istituto di medicina e i centri di preparazione olimpica come veri e propri asset. Il presidente Malagò ha avuto questa idea e poi ci ha lasciato carta bianca e per questo devo ringraziarlo, perchè ci ha dato fiducia. Tokyo era una banco di prova, qui abbiamo replicato quello che facciamo in Italia, nei centri di preparazione olimpica. E’ un progetto complesso, con delle strutture rinnovate e altre costruite ex novo a Tokorozawa. Per fare questo ci serviva l’appoggio delle federazioni e lo abbiamo avuto”. Il lavoro organizzativo del Comitato, peraltro, si è dovuto confrontare con le difficoltà create dalla riforma dello sport e con la nuova divisione delle competenze tra il Coni e la nuova società governativa, Sport e Salute. “Quanto è stato difficile? Molto, ma nella sostanza siamo riusciti a portare avanti il nostro progetto – ha osservato Mornati – Ora la speranza è che, visti i nuovi decreti con gli asset sportivi passati al Coni, si possa lavorare in modo più facile”. All’orizzonte, tra pochi mesi, ci sono i Giochi invernali di Pechino 2022: “Sarà un’Olimpiade complicata perchè la Cina è chiusa, non solo per noi ma per tutti. Sarà difficile replicare il modello portato a Tokyo: non ci sono i voli, all’arrivo bisogna fare 14 giorni di quarantena e noi dovremmo mandare FISG e FISI a novembre per i test event, a due mesi dai Giochi. Spero – ha concluso Mornati – che le regole di ingaggio possano cambiare altrimenti è difficile organizzare”.
(ITALPRESS).