Oltre all’aumento dell’energia Fortuna cita anche il rincaro della plastica, un tipo di plastica completamente riciclabile, il polietilene tereftalato (Pet), che in un anno, dal 2021 quando costava 700 euro a tonnellata, e passata nel 2022 a 1700 euro a tonnellata. E del vetro che non si trova.
“Mi chiedo – riflette Fortuna – come faranno gli agricoltori nella prossima vendemmia, quel vino dove lo mettono? Poi c’è il capitolo trasporti. In Italia – dice il vicepresidente di Mineracqua – mancano circa 18mila autisti. Una delle conseguenze del covid è che molti autisti hanno trovato un altro lavoro oppure se ne sono tornati a casa, penso a tutta quella platea di autisti non italiani. E’ un lavoro che rende anche molto, ma molto duro, per cui magari oggi i giovani non pensano proprio di andare a fare gli autisti, preferiscono prendersi un pò di reddito di cittadinanza a fare qualche altro lavoretto”. L’insieme di tutti questi fattori che Fortuna definisce “la tempesta perfetta”, comporta “che noi oggi siamo di fronte a una situazione difficilissima sotto il profilo della gestione delle aziende perchè non riusciamo a ripagarci dei costi. Il mercato, in una fase di caldo prolungato come questa, va benissimo, siamo al +7 per cento, ma attenzione il mercato stagionale da solo può valere un 4-5 per cento in un anno”.
“Sei mesi fa – risponde il numero due di Mineracqua – abbiamo avanzato ai ministri competenti e al presidente del Consiglio la nostra proposta: ridurre l’Iva, che in Italia sulle acque minerali è del 22 per cento, mentre in Francia del 5,5 per cento, in Germania del 19, in Spagna del 15. Riduciamo l’Iva all’aliquota ordinaria, il 10 per cento, e chi ne beneficerà per prima sarà il consumatore. Su un prodotto povero a basso valore aggiunto come è il nostro, sgravare di 12 punti di Iva è un bellissimo contributo”.
Riguardo al capitolo siccità “i primi investimenti da fare in agricoltura sono gli invasi per raccogliere le acque piovane. Poi bisogna ridurre la dispersione idrica”. In questo senso per Fortuna una mano potrebbe arrivare anche dagli investimenti delle multiutilities, che in questi anni “hanno raggruppato i circa 4800 acquedotti presenti in Italia, o oggi si occupano anche di energia, riciclo. Sono società quotate in borsa dove il Comune è l’unico azionista di riferimento, e sono gestite anche molto bene: leggendo i bilanci, hanno un margine operativo lordo di 1,5 miliardi”. Infine un commento sulla transizione ecologica e il passaggio alle auto elettriche entro il 2035. “Sull’auto elettrica ad un certo punto qualcuno comprenderà che forse non sono la grande soluzione che si pensa, perchè c’è chi sostiene che il motore tradizionale è forse più sostenibile”, conclude Fortuna.
– foto Italpress –
(ITALPRESS).