“E non succede niente. Nessuno si indigna. In un mondo in cui non si può più fare un complimento a una donna, in un mondo in cui non si può più dire che una persona è bella o brutta, o grassa, o magra, in un mondo in cui non si può far riferimento al colore della pelle, in un mondo in cui prima di parlare con qualcuno bisogna chiedere se si sente maschio, femmina, o altro, in un mondo in cui non possiamo ridere di chi dice di “identificarsi” in un gatto, perchè tutti devono essere rispettati, si può invece dire a un ebreo qualsiasi cosa – prosegue -. In un mondo in cui si piange e ci si indigna per il “patriarcato” e per i femminicidi che ne conseguono, in cui un intero movimento, il “Me Too”, è nato e proliferato sulle denunce delle donne, sono state troppo poche, troppo tardive e troppo timide le dichiarazioni delle femministe, incluse quelle dell’Onu, a condanna, dei brutali stupri di massa perpetrati da Hamas. Come dobbiamo interpretarlo? Una condanna di Hamas e dei crimini commessi allontanerebbe il sospetto che il loro silenzio per le vittime del 7 ottobre sia dovuto unicamente al fatto che erano ebree”.
“Da anni, da decenni, non assistevamo a manifestazioni così numerose, il che sarebbe un segnale di buona salute della democrazia, ma quello che appare invece evidente, quello che accomuna queste manifestazioni è l’odio verso lo stato di Israele unito all’odio verso gli ebrei – sottolinea Costanza Esclapon -. Antisionismo e antisemitismo uniti ed equiparati. E questo è invece un sintomo pericolosissimo in tutte le democrazie”.
“Fa impressione vedere manifestanti scendere in piazza a sostegno di chi vuole annientare l’Occidente, di chi dichiara apertamente di voler sterminare prima gli ebrei e poi gli altri”, prosegue.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).