Nell’aula bunker del carcere dell’Ucciardone di Palermo, il capo dello Stato ha richiamato “quanto già detto nel giugno 2019 al CSM e nel giugno 2020 al Quirinale”.
“A Falcone, a Borsellino, a tante nobili figure di magistrati caduti vittime perchè avvertivano alta la responsabilità del ruolo e della dignità della funzione di giustizia, guarda il complesso della Magistratura italiana. Ad essi si ispira il lavoro tenace di tanti magistrati, presidio di legalità – ha detto Mattarella -. A figure di magistrati come loro la società civile guarda con riconoscenza. Vi guarda come lezioni che consentono di nutrire fiducia nella giustizia amministrata in nome del popolo italiano”.
“In direzione contraria sentimenti di contrapposizione, contese, divisioni, polemiche all’interno della Magistratura, minano il prestigio e l’autorevolezza dell’Ordine Giudiziario. Questi devono risiedere nella coscienza dei cittadini – ha sottolineato il presidente -. Anche il solo dubbio che la giustizia possa non essere, sempre, esercitata esclusivamente in base alla legge provoca turbamento. Se la Magistratura perdesse credibilità agli occhi della pubblica opinione, s’indebolirebbe anche la lotta al crimine e alla mafia. Vorrei ribadire, oggi, quanto già detto nel giugno 2019 al CSM e nel giugno 2020 al Quirinale: la credibilità della Magistratura e la sua capacità di riscuotere fiducia sono imprescindibili per il funzionamento del sistema costituzionale e per il positivo svolgimento della vita della Repubblica”.
Da qui l’invito del capo dello Stato: “A questo scopo gli strumenti a disposizione non mancano. Si prosegua, rapidamente e rigorosamente, a far luce su dubbi, ombre, sospetti, su responsabilità. Si affrontino sollecitamente e in maniera incisiva i progetti di riforma nelle sedi cui questo compito è affidato dalla Costituzione”.
(ITALPRESS).