“Gobetti morì in esilio, a Parigi, quando ancora non aveva compiuto 25 anni – ricorda il Capo dello Stato -. Ci ha lasciato testi di straordinario valore, che mostrano la profondità del suo pensiero e una indubbia modernità nella ricerca di basi culturali nuove per il futuro del Paese”.
“Forte delle proprie convinzioni – sottolinea Mattarella -, ha criticato le tendenze oligarchiche delle classi dirigenti, sfociate a suo giudizio nelle torsioni autoritarie del fascismo e ha impegnato ogni sua energia per giungere a un incontro tra le idee liberali che professava e le diffuse domande di riscatto sociale dei ceti più deboli. Non piegò mai la testa davanti alle imposizioni del regime, neppure in seguito ad aggressioni squadriste. La sua coerenza, unita a una grande tensione etica, lo ha reso un testimone autorevole della nostra storia nazionale e anche un maestro per generazioni di democratici che lo hanno conosciuto attraverso la sua intensissima attività di saggista, di storico, di giornalista, di editore”.
(ITALPRESS).