“Come ha ben messo in luce il Presidente Fedriga, i successi nell’azione di contrasto al virus sono il frutto di una leale collaborazione che ha coinvolto tutti gli attori istituzionali nella valorizzazione dei rispettivi ruoli. Poco meno di un anno addietro abbiamo ricordato, qui al Quirinale, i cinquant’anni dell’ordinamento regionale, sottolineando come il sistema regionale completato cinquant’anni fa abbia assunto e rivesta il carattere fondamentale nell’architettura della nostra Costituzione, nell’architettura istituzionale della Repubblica e sottolineando il contributo fornito all’accrescimento della nostra vita democratica”, ha proseguito Mattarella.
“Il pluralismo istituzionale, le autonomie territoriali e quelle sociali – autonomie che riflettono, rispettandola, la preziosa articolazione del nostro Paese – si sono confermati valori fondanti della Repubblica, in grado di assicurarle forza ed efficacia, insieme al consenso dei cittadini. Il pluralismo è garanzia di libertà e, affinchè possa esprimere tutte le sue potenzialità, richiede rispetto e, insieme, attenta responsabilità, in vista di un interesse comune e indivisibile. Questo è particolarmente evidente per il diritto alla salute, tutelato dall’art.32 della Costituzione e garantito dal Sistema sanitario nazionale, organizzato su base regionale”.
“Il Piano nazionale di ripresa e resilienza fa parte di un più ampio progetto europeo volto a governare la transizione verso un’economia verde e digitale senza trascurarne le ricadute a livello sociale. Questa grande sfida, comune all’intera Europa, riguarda in modo particolare e assolutamente decisivo l’Italia. Ci si presenta l’opportunità di superare nodi strutturali che, da anni, limitano le nostre potenzialità di crescita e indeboliscono la coesione sociale – ha proseguito il capo dello Stato -. Per affrontare questa sfida è indispensabile che perduri un clima di collaborazione e di responsabilità istituzionale e che le Regioni e le Province autonome continuino a fornire il loro imprescindibile contributo in una logica di sistema, a tutela dell’interesse nazionale. L’orizzonte dei Piani nazionali, come sappiamo, è il 2026. Tra breve dovrà essere avviata la fase, complessa e decisiva, di concreta, veloce, attuazione degli interventi che deve avvenire coinvolgendo al massimo grado tutti gli attori politici e sociali chiamati a fornire il proprio apporto”.
(ITALPRESS).