La crescita dell’occupazione si è finora concentrata nella componente a tempo indeterminato, grazie anche alle numerose trasformazioni di contratti a termine. Nei prossimi mesi la ricomposizione della forza lavoro verso impieghi stabili potrebbe essere meno intensa: la quota dei contratti a tempo determinato, sul totale delle assunzioni, sta lentamente aumentando.
Dopo essere state più penalizzate rispetto agli uomini durante la crisi pandemica, dalla fine del 2021 l’occupazione femminile è cresciuta fino a raggiungere livelli storicamente elevati. A questa dinamica ha contribuito l’alta incidenza nel biennio 2021-22 della domanda di lavoro nei settori del commercio, del turismo e dei servizi alla persona, dove la quota di donne impiegate è maggiore. Negli ultimi due anni le donne hanno però occupato solo un terzo dei posti a tempo indeterminato.
Nel 2022 il numero di disoccupati misurato dalle dichiarazioni di immediata disponibilità, si è ridotto di 80.000 unità, meno rispetto al calo del 2021 (-300.000). In linea con i dati dell’Istat, che segnalano una diffusa crescita dei tassi di partecipazione, i flussi di nuovi ingressi nello stato di disoccupazione rimangono consistenti: sono aumentati in tutte le fasce di età e soprattutto nel Mezzogiorno.
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(ITALPRESS).