«Nella mia università sulle materie che insegnavo io, scienze sociali e relazioni internazionali – aggiunge – le donne sono circa il 65% e i maschi il 35% in termini di studenti”. La vicenda dei capigruppo “la voglio gestire così perchè vorrei provare ad alzare un velo su un problema italiano che esiste. Quando ho posto in queste ore la questione della presenza femminile nel Pd sono partite diverse critiche, secondo alcuni lo starei facendo per interessi o giochi miei. Ma in Europa, il fatto che ci sia un equilibrio di genere è la precondizione. Uno schema per il quale un partito come il nostro ha nelle posizioni di vertice, segretario, capigruppo, ministri, presidenti di Regione, solo maschi, non è in linea col resto del mondo. Non è sufficiente la questione delle quote. Sono a favore, ma funzionano sui gruppi di persone. Il problema sono gli incarichi monocratici che da noi sono tutti al maschile perchè abbiamo un meccanismo di selezione basato sulla forza». Letta si dice “sicuro” che i gruppi sceglieranno “sulla base di una selezione e sceglieranno votando donne di qualità. Ne conosco moltissime di straordinarie nel Pd, sempre un passo indietro perchè il sistema è organizzato attorno a dinamiche che le schiacciano».
(ITALPRESS).