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Le garanzie pubbliche fino a 5 mln potrebbero diventare strutturali

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ROMA (ITALPRESS) – Quanto le garanzie pubbliche ai finanziamenti bancari siano importanti per il sistema produttivo nazionale è emerso, con chiarezza e unanimità, dal convegno organizzato a Roma dall’ANSPC – Associazione Nazionale per lo Studio Dei Problemi del Credito. Dinnanzi ad operatori del sistema creditizio e produttivo italiano, sono intervenuti Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, e Federico Freni, sottosegretario Ministero dell’Economia e delle Finanze, che hanno confermato, per la prima volta, l’impegno a rendere strutturale la garanzia pubblica fino a 5 milioni di euro.

“Il nostro Paese nel secondo trimestre si è posizionato in coda nella graduatoria dell’Eurozona per quanto riguarda i prestiti bancari alle imprese, -7%. Non siamo ancora in vista di una stretta creditizia ma bisogna tenere alta l’attenzione. Il Fondo di garanzia italiano è una best practice a livello europeo che ci viene invidiata e imitata – ha detto Urso -. Confermo che ci sarà un percorso graduale per un rientro del Fondo ad una operatività strutturale e sistemica, che sarà normalizzata rispetto ai picchi del biennio 2020-2022”.

Gli ha fatto eco il sottosegretario Freni: “Non possiamo e non vogliamo rinunciare al sistema delle garanzie. Le garanzie sono una leva archimedea allo sviluppo degli investimenti in un rapporto di mutua fiducia tra Stato e sistema finanziario affinchè esso trasmetta risorse alle imprese per lo sviluppo”.

La notizia trova un’ulteriore conferma nelle parole di Ferruccio Ferranti, presidente Mediocredito Centrale: “C’è un allineamento tra Mimit e MEF a far sì che le garanzie rimangano strutturali, efficienti ed efficaci, salvo allineamento con alcune tecnicalities”.

Per Stefano Caselli dell’Università Bocconi, moderatore e relatore dell’incontro, “il tema delle garanzie pubbliche non può essere considerato marginale in quanto è centrale nella definizione del modello di finanziamento del sistema economico e del suo sviluppo. Una politica attiva e significativa di garanzia pubblica genera come conseguenze dirette: riduzione della pressione sul capitale assorbito delle banche e quindi più credito disponibile e a tassi più bassi, minore pressione sulle garanzie richieste alle imprese, maggiore spazio di manovra per sviluppare investimenti materiali e immateriali, riduzione dell’esposizione al rischio dei relativi costi, individuali e collettivi. Le garanzie sono quindi uno strumento potente di politica economica”.

Con un video messaggio è intervenuto anche Antonio Patuelli, presidente di ABI: “Le banche non hanno più molta discrezionalità, viaggiano su binari sempre più stretti. In questo senso le garanzie permettono una maggiore flessibilità e permettono di far credito. E’ questo il quadro su cui ragionare per lotta al rischio di recessione e per sostenere la ripresa: più fondi e garanzie pubbliche per le imprese significa più credito e più sostegno. Spero che le istituzioni europee e nazionali abbiano sempre questi presupposti ben chiari”.

Per Gianfranco Torriero, vicedirettore generale vicario di ABI, “le banche sono uno strumento di trasmissione del Fondo, che è uno straordinario strumento di politica industriale”.

Paolo Fiorentino, amministratore delegato di Banca Progetto, ha evidenziato che “per attuare la filiera a valle del PNRR, le PMI fornitrici hanno bisogno di finanza per sostenere l’avvio dei lavori e in questo è fondamentale il ruolo delle garanzie. Il sistema delle garanzie pubbliche al credito bancario esiste per privati (ad esempio i mutui per gli under 35) ed imprese da oltre 20 anni, tuttavia il superamento del limite della garanzia pubblica a 2,5mln ha innescato una leva di sviluppo keynesiano con un allineamento d’interessi tra garante, banche ed imprese virtuoso com’è dimostrato dai numeri. Il finanziamento agli investimenti – ha aggiunto – oggi rappresenta la finalità del 40% del totale delle garanzie emesse dal fondo mentre era inferiore al 25% nel periodo 2015 – 2019, per la nostra banca tale percentuale supera l’80%. Inoltre, il 75% delle garanzie oggi sono a favore di aziende con un rating che va da medio ad alto come emerge dai report rilasciati dal Fondo di Garanzia”.

Francesca Brunori, Direttore Credito e Finanza – Confindustria: “Apprendiamo con piacere la conferma sulla garanzia fino a 5 milioni di euro appena comunicata dal Ministro Urso e il Sottosegretario Freni, auspicando un aumento per l’incremento di tale limite e l’ampliamento della garantibilità alle società a media capitalizzazione. Le garanzie sono lo strumento più efficiente per sostenere le imprese e la crescita del sistema produttivo a differenza delle misure di sussidiarietà che sono molte dispendiose”.

Infine, per il professor Ercole Pellicanò, presidente dell’ANSPC, “in un Paese come l’Italia, dove la ricchezza finanziaria delle famiglie ammonta a 5.300 milioni (più del doppio del nostro debito pubblico che è di 2.600mln) grazie ad un sistema finanziario e creditizio efficiente, può rappresentare uno strumento straordinario di crescita”.

Con la continuità della garanzia per importi superiore a 2,5mln appare così scongiurato il rischio di far tornare indietro di 20 anni il sistema delle garanzie, che iniziò ad operare quasi 30 anni fa con l’istituzione nel 1996 del Fondo di Garanzia MCC. A tal proposito Caselli, direttore della Sda Bocconi, nella sua relazione sottolinea come le PMI italiane non possano essere considerate “un fenomeno residuale e marginale, va distinto nettamente dalle micro-imprese e deve essere gestito superando i pregiudizi di fondo legati al tema della bassa capitalizzazione e del livello di rischio, considerati elevati. Invece le PMI hanno un livello di patrimonializzazione superiore alla grande impresa (60% vs 98%) e d’indebitamento inferiore (3,0 vs 4,9)”.

Inoltre, nella relazione di Caselli della Bocconi viene citata una stima effettuata da alcuni studi settore (report “PWC on Italian SMEs”) che “evidenzia un rapporto 1 a 14 tra risorse stanziate dallo Stato e volume di finanziamenti erogati. Occorre prestare ulteriore e accurata riflessione su questo dato, così come all’analisi storica delle perdite registrate (stimate intorno a 10-11% dei prestiti erogati), per capire quale moltiplicatore straordinario siano le garanzie al credito”.

– foto ufficio stampa PressMediaLab –

(ITALPRESS).

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Redazione
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