“Il ricordo freschissimo dell’emergenza ci impone di tenere ferma la consapevolezza della tragedia umana che abbiamo attraversato. Tuttavia, il recupero delle dimensioni del vivere sociale e i segnali confortanti sull’andamento dell’economia, debbono spingerci a tracciare mappe verso una prospettiva di ricostruzione e mobilitare le risorse umane e materiali necessarie per procedere su quella via”, ha detto il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo.
“In entrambi i casi, è necessario capire e conoscere meglio la situazione del Paese. E’ una fase dove si ricominciano a riprendere ritmi di vita vicini alla normalità, l’Italia sembra aver agganciato gli stimoli della ripresa internazionale, dopo aver subito, nel 2020, un impatto molto acuto dal Covid-19, che ha portato il Pil ai livelli del 1998”, ha aggiunto. L’anno della lotta al Covid ha portato il numero dei decessi a 746.146, il valore più alto registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra. Rispetto alla media 2015-2019 si sono avuti 100.526 decessi in più (15,6% di eccesso). Il 2020 ha segnato anche un calo dei numeri dei matrimoni: meno di 97mila matrimoni, quasi la metà rispetto al 2019 (-47,5%, pari a oltre -87mila) e delle nascite che continuano a segnare un trend negativo. Il record negativo del numero di nascite toccato nel 2019 è stato di nuovo superato nel 2020.
La povertà assoluta è in forte crescita e interessa nel 2020 oltre 2 milioni di famiglie (7,7% dal 6,4% del 2019) e più di 5,6 milioni di individui (9,4% dal 7,7%). Coerentemente con l’andamento dei consumi, la condizione peggiora di più al Nord che al Centro e nel Mezzogiorno. Nel Mezzogiorno vi è ancora i l’incidenza più elevata (9,4% l’incidenza familiare), nel Centro la più bassa (5,4%).
(ITALPRESS).