A questo si deve aggiungere che la pandemia ha comportato anche un ritardo nella lavorazione delle pratiche che potrebbe aver contribuito al basso numero di permessi concessi. Nella seconda metà del 2020, infatti, il ministero dell’Interno ha registrato un aumento notevole degli sbarchi sulle coste italiane che solo in parte si è tradotto in una crescita dei permessi di soggiorno rilasciati, probabilmente per il ritardo nel disbrigo delle pratiche. E’ quanto emerge da un Report dell’Istat, dal quale emerge che anche i permessi per asilo sono diminuiti del 51,1% rispetto all’anno precedente. In totale nel 2020 si sono registrati 13.467 nuovi permessi per richiesta di asilo e protezione internazionale (12,6% del totale dei nuovi permessi rilasciati). La prevalenza maschile nei flussi di arrivi in cerca di protezione internazionale rallenta. Se nel 2016 gli uomini rappresentavano l’88,4% dei migranti per asilo, nel 2020 superano di poco il 76%. I cittadini non comunitari con regolare permesso di soggiorno in Italia sono diminuiti di circa il 7%, passando da 3.615.826 al 1° gennaio 2020 a 3.373.876 al 1° gennaio 2021. Considerando le motivazioni dei soli permessi con scadenza (ad esclusione quindi dei soggiornanti di lungo periodo) il 52% dei cittadini non comunitari si trova in Italia per motivi di famiglia, il 27,8% per lavoro e il 13,6% per motivazioni connesse alla protezione internazionale. Nel corso del 2020 gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza sono 131.803 (+4% rispetto al 2019); il 90% circa (poco meno di 119mila) erano precedentemente cittadini non comunitari. Scendono anche le acquisizioni per elezione da parte dei nati in Italia al compimento del diciottesimo anno di età (-40,2%) e quelle per ius sanguinis (-30,9%).
(ITALPRESS).