“Si tratta – ha spiegato Fortuna – di una bozza di regolamento che dovrebbe essere adottato entro la fine di novembre sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggi. E’ un regolamento che ho definito lisergico”, ha aggiunto. “Noi – ha chiarito il vicepresidente di Mineracqua – siamo europeisti convinti, chi sta nell’industria è europeista, però quando l’Europa sbaglia ed eccede o si fa prendere la mano da uno spirito ideologico noi dobbiamo reagire”.
In particolare, “questa norma, che va a colpire una miriade di industrie, abbandona la via del riciclo dei materiali, l’economia circolare, e privilegia la via del riutilizzo. Dovrò fabbricare – ha continuato – una bottiglia di plastica che una volta consumata mi viene riportata, la ri-riempio e la rimetto in commercio, a prescindere dalla compatibilità con la qualità del nostro prodotto. La caratteristica dell’acqua minerale, che la legge prescrive – ha ricordato Fortuna -, è la purezza batteriologica originaria, la sua incontaminazione e la chiusura in stabilimento. Fare una bottiglia ri-riempibile di plastica, secondo noi, innanzitutto pregiudica il tema della sostenibilità”.
Secondo Fortuna, c’è un “pregiudizio ideologico contro la plastica” e con queste norme si pensa “di dare un contributo al miglioramento dell’ambiente”, invece “in questa maniera moltissime piccole e medie aziende chiudono”, ha detto. “Innanzitutto – ha spiegato – devi fare nuovi investimenti perchè la linea di imbottigliamento è diversa, poi devi fare investimenti nel trattamento delle acque reflue perchè devi lavare le bottiglie. Chiuderemo molte delle nostre imprese, imprese di riciclo, quelle che fanno le preforme”, ha ribadito il vicepresidente di Mineracqua, aggiungendo: “E’ un provvedimento anti-industria”.
Per questo la federazione si sta già muovendo per far sentire la sua voce. “Abbiamo innanzitutto attivato Confindustria – ha affermato – che si sta attivando con le omologhe tedesche, francesi e di altri paesi europei per fare massa critica. Poi sicuramente interverremo anche sul governo per chiedere una moratoria”. Il problema, secondo Fortuna, è che “c’è anche la mancanza di confronto con l’industria sui tempi, sulla fattibilità, c’è un’assoluta non conoscenza dei temi reali”.
Per il vicepresidente di Mineracqua, bisogna continuare a prediligere l’economia circolare: dopo che viene usata, la bottiglia “viene riciclata e da quella bottiglia, che si ripresenta in forma di granulo, ne viene prodotta un’altra. Questa si chiama economia circolare”.
In generale, su questo tema, però, “sicuramente c’è un problema di focalizzazione sulla realtà vera, cioè cosa intendiamo per economia circolare e cosa per sostenibilità”, ha detto. “Se la sostenibilità in primis è la riduzione delle emissioni di CO2, questo regolamento non serve” perchè per riutilizzare le bottiglie occorrono “due viaggi in più”, ha spiegato. “L’economia circolare – ha continuato – è passata attraverso due grossi step. Il primo è che negli anni abbiamo ridotto il peso delle bottiglie fino al 40% e oggi immettiamo sul mercato la stessa quantità di plastica di dieci anni fa. Il secondo è il perfezionamento delle tecniche di utilizzo del Pet riciclato: oggi in commercio ci sono bottiglie con il 100% di riciclato oppure con il 30-40%. Non è un problema realizzarle e le riproduciamo uguali”.
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