Sui prezzi, bisogna che “il rapporto sia corretto tra i servizi che vengono offerti e il target di utenti a cui ci si rivolge: le nostre sono strutture a 5 stelle, ubicate in location particolari come Roma, Taormina, la Costiera Amalfitana. Dobbiamo tanto a un territorio che ci garantisce di avere un privilegio in termini di benessere, dobbiamo tenere alta la bandiera dell’ospitalità italiana”, per questo “offriamo un servizio di livello” e “cerchiamo di tarare rispetto a ciò che siamo in grado di fare, ovvero la vendita di un’esperienza”, sottolinea.
“Tra le tante cose negative che ci ha lasciato il covid, ce ne sono anche alcune positive: abbiamo scalettato in maniera diversa le nostre esigenze, quindi oggi si è tolto l’effimero a favore dell’esperienza di viaggio” che è in cima “alle preferenze delle persone: quindi, agevolarle affinchè possano godere di un viaggio senza dover impegnarsi economicamente nell’immediato può essere una soluzione che aiuta il turismo”.
Invece, sulle iniziative del governo in merito agli affitti brevi nei centri storici, “ci sono due fattori: innanzitutto queste strutture stanno cannibalizzando il mercato” e “si pongono alla stregua di un servizio a 5 stelle, con una legiferazione a corredo che non è proprio identica alla nostra”, sottolinea.
In secondo luogo, “c’è un problema di occupazione di territorio” che ‘espellè “gli abitanti: oggi i centri storici si stanno spopolando. Più che una regolamentazione ‘contrò, bisogna regolamentare il sistema”, conclude Marchese.
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