Al momento l’azienda “è in un periodo di trasformazione: siamo un’entità che lavora da 50 anni ormai nel mondo farmaceutico, siamo partiti da un piccolo stabilimento di 3-4 persone nel 1973 e abbiamo attraversato tutto il periodo successivo in continua trasformazione. In questo momento stiamo trasformando il sito da un produttore di farmaci tradizionali – molecole di natura chimica – a uno stabilimento che produce biotecnologie, ovvero farmaci i cui principi attivi sono di natura biotecnologica: è una trasformazione sostanziale per il futuro del sito e del comparto farmaceutico”, per “poter ambire a produrre farmaci innovativi”.
L’Europa “sta lavorando sugli investimenti, ma a una velocità diversa” rispetto alle altre nazioni: “si vede chiaramente che, in passato, Asia e Stati Uniti hanno viaggiato a velocità maggiori. Adesso è il momento di colmare questo gap. L’Italia, in particolare, sta mettendo a disposizione diversi strumenti per le aziende per investire nell’innovazione e nei progetti strategici, ed è importante che questi progetti vadano avanti per garantire un futuro al nostro comparto che oggi è brillante e ha un export altissimo, uno dei più grandi d’Europa. Se però non viene manutenuto e non viene portato allo stato dell’arte, in futuro incontrerà problemi: è importante che l’Europa e l’Italia continuino a lavorare in questo senso, altrimenti tra 10 anni ci troveremo in un ritardo tecnologico che ci impedirà di operare sugli stessi livelli dei nostri competitor”.
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