L’inchiesta ha avuto origine nel giugno del 2020, all’indomani della chiusura di una prima tranche di indagini che hanno consentito di raccogliere gravi indizi di reità a carico di 16 indagati, accusati a vario titolo di “aver dato vita ad un gruppo criminale, originariamente incardinato nel clan Cesarano che, sfruttando la momentanea assenza di una vera e propria leadership all’interno del sodalizio, si sarebbe organizzato allo scopo di assoggettare al suo controllo parte del territorio della città di Castellammare di Stabia, ponendo in essere una serie di estorsioni in danno di commercianti ed attività imprenditoriali della zona e, parallelamente, avviando una florida attività di spaccio di sostanze stupefacenti”. Le indagini hanno condotto all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai militari nell’ottobre del 2021 ed anche alla condanna di alcuni imputati che nel frattempo hanno definito la propria posizione con il rito abbreviato.
Il prosieguo delle indagini è stato invece indirizzato agli aspetti associativi e ha permesso di raccogliere gravi indizi sulla attuale operatività del clan Cesarano, quale “associazione armata di tipo mafioso avente per scopo la commissione dei delitti di estorsione, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di armi, finalizzata all’acquisizione del controllo delle attività illecite e lecite di Castellammare di Stabia, di Pompei e delle zone limitrofe”.
-foto carabinieri-
(ITALPRESS).