Di Maio ha citato “percorsi di formazione, università, istituti superiori, tecnici o licei”. “Il punto – ha continuato – è: questi ragazzi dove arrivano? Oggi un professionista in Italia è pagato per quello che vale rispetto agli altri paesi europei? Un dipendente è pagato nella maggioranza dei casi per quanto si è formato, quanto ha studiato e l’esperienza che ha? Probabilmente in molti di questi casi no. C’è una direttiva europea che l’Italia deve recepire. Parliamo – ha aggiunto – di salario equo e di equa retribuzione, anche dei professionisti. Questi due temi sono al centro degli stimoli e dell’ispirazione che si può creare in un ragazzo che decide di seguire un percorso di studio”.
(ITALPRESS).
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