La TMS può essere indicata – comunque sempre inserita in un approccio terapeutico multidisciplinare – per contribuire alla cura di patologie “quali depressione maggiore resistente, disturbi d’ansia, dipendenza da sostanze d’abuso, disturbo ossessivo-compulsivo, tabagismo”, solo per fare alcuni esempi “ma ci sono evidenze di effetti positivi – afferma Madeo – anche nel trattamento di condizioni neurologiche quali morbo di Alzheimer, recupero post ictus, emicrania, morbo di Parkinson: insomma – conferma l’esperta – la sfera di applicazione della TMS nel corso degli anni si è molto ampliata”.
Non si tratta di una terapia dolorosa: “E’ un trattamento indolore e non invasivo. Consiste nel poggiare una bobina sullo scalpo del paziente in zone che corrispondono all’area cerebrale da trattare, con trattamenti che possono durare dai 3 ai 20 minuti a seconda dei casi, e per periodi che variano in base al disturbo su cui intervenire. Per esempio un trattamento riguardante la depressione generalmente richiede 4-6 settimane, più un periodo di mantenimento. Gli effetti collaterali sono ridotti, comunque assai minori di quelli potenzialmente prodotti dai farmaci impiegati nelle terapie convenzionali: può subentrare in pochi casi un lieve fastidio dopo le prime sedute, quali ad esempio una tenue cefalea, del tutto transitoria”.
Sull’efficacia della terapia: “Se prendiamo in esame la depressione, sappiamo che nel 50-70% dei casi si va incontro a cronicità – rileva Madeo – con scarsa risposta alle cosiddette terapie convenzionali. Studi di università prestigiose americane, per contro, indicano che con l’impiego della TMS nei casi di depressione severa si può ottenere fino a un 80% di remissione della sintomatologia. E’ dunque un valido strumento, ma attenzione: va inserito in percorsi multidisciplinari. Questa è la vera sfida attuale: dare vita a un approccio terapeutico sempre più integrato tra vari professionisti. Non dimentichiamo che i disturbi della salute mentale quali ansia, depressione e dipendenze coinvolgono varie sfere della vita di una persona. Serve quindi la neurologia, ma anche il monitoraggio clinico, la psicoterapia, l’attenzione alla salute complessiva e al benessere della persona che preveda una stretta integrazione con i sistemi di cura territoriali”.
Il 10 ottobre è la Giornata mondiale per la salute mentale, un tema di cui si parla ancora troppo poco, specie in relazione alle proporzioni sempre più preoccupanti dei disturbi diffusi nella popolazione: “Oggi – osserva Madeo – possiamo parlare di numeri simili a quelli di una pandemia silenziosa, causata da un insieme di condizioni che minano il benessere delle persone. Basti pensare che il 20% degli italiani ha avuto a che fare nel corso della sua vita con un disturbo afferente alla salute mentale, anche solo per quanto riguarda aspetti ansiosi, se non depressivi, o disturbi legati alla sfera alimentare. E’ quindi importante la divulgazione – ben venga anche la testimonianza di personaggi famosi – e la diffusione della conoscenza riguardo a trattamenti che possono avere effetti positivi ed efficaci. In linea generale si assiste a un incremento dei disturbi un pò in tutte le fasce d’età. Per quanto riguarda gli anziani – sottolinea – l’invecchiamento generale della popolazione porta allo sviluppo di patologie croniche che richiedono trattamento e supporto. Sulla fascia di popolazione adulta incidono sicuramente anche fattori esterni quali crisi economica, inflazione e bombardamento di notizie negative, quali ad esempio quelle sui conflitti in atto. Per quanto riguarda invece adolescenti e giovani, al tema dei disturbi alimentari e delle dipendenze classiche si aggiungono i rischi legati alla sfera digitale: l’utilizzo delle connessioni, dei device e dei social network è una grande e positiva opportunità, ma presenta rischi di dipendenza che non vanno sottovalutati, come ad esempio la difficoltà di operare un distacco efficace da ciò che è connessione a ciò che è vita reale, con comportamenti che possono sfociare in forme di dipendenza comportamentale”.
La Giornata dedicata alla salute mentale dev’essere, secondo Madeo, l’occasione per puntare i riflettori sulla “necessità di maggiori investimenti in questo campo, perchè ancora troppo poche sono le risorse stanziate rispetto alle dimensioni del fenomeno”. Non ultimo, “è il momento di ripensare seriamente i modelli sanitari sin qui attuati: servono modelli differenti, fondati in maniera sempre più decisa e convinta su due pilastri fondamentali che sono multidisciplinarietà e integrazione. Questi argomenti saranno i temi principali del congresso “Sinergie Cliniche e neuromodulazione: la Stimolazione Magnetica Transcranica nei percorsi clinici integrati” che abbiamo promosso e che si terrà a Milano il prossimo 18 novembre 2023 presso il Centro Congressi F.A. S.T”.
– foto ufficio stampa Studio Belive –
(ITALPRESS).