Il ministro, comunque, non parla di obbligo vaccinale. “La decisione non mi sembra questa, con uno zoccolo duro di irriducibili del 10% l’obbligo non risolve nulla. Che fai, gli applichi il trattamento sanitario obbligatorio? La strada è un super green pass responsabile e condiviso, per non far pagare a tutti l’egoismo di alcuni”. Drgahi, osserva Brunetta, “è cauto e fa bene, deve rappresentare l’equilibrio. Ma è stato in prima linea sull’estensione del green pass al mondo del lavoro, determinatissimo e non cauto. E prenderà la decisione giusta anche questa volta”. Poi siega che “se gli indicatori ospedalieri dovessero peggiorare, penso sia il caso di rafforzare il green pass escludendo i non vaccinati da alcune attività sociali”.
Cioè “ristoranti, stadi, piste da sci, teatri, cinema, discoteche. Perchè far pagare a tutto il mondo del terziario urbano, della cultura, dello sport e del tempo libero con restrizioni che rischiano di ripiombarci in lockdown parziali? Vorrebbe dire costi di impresa, ristori, deficit, crisi, nuovo crollo dei consumi”. Comunque “i tamponi sono ancora il compromesso migliore. Le decisioni vanno prese con gradualità, sulla base dell’evidenza scientifica”.
(ITALPRESS).