C’è chi non è vaccinato. “Sono sempre 2,4 milioni – ha aggiunto Abrignani – gli over 60 scoperti, il 15%. Sono un grande problema in effetti. Il 98% dei decessi riguardano queste fasce d’età. Guardiamo il bicchiere mezzo pieno. In Italia i no-vax sono sensibilmente meno rispetto alla Francia e all’Inghilterra. Credono più al preparatore atletico che alla scienza. Non ci sono giustificazioni. Purtroppo i social fanno da amplificatori”.
Lei è stato sempre favorevole all’obbligo vaccino. “Certo, ma ci vorrebbe una legge ad hoc – ha continuato – che porterebbe con sè polemiche infinite. Invece serve compattezza. Ecco allora che una forma di obbligo indiretto come lo strumento della certificazione verde appare un buon compromesso. Non c’è coercizione però se vuoi partecipare a eventi e occasioni pubbliche devi munirti del biglietto. Hai il diritto a mettere a repentaglio la tua salute ma non quello di mettere a repentaglio quella altrui. Condivido l’impostazione del presidente francese Macron. Da noi bisognerà ispirarsi a quel modello”. Impennata dei contagi dagli assembramenti post Nazionale? “Speriamo di no. Un picco delle infezioni dovrebbe essersi già visto. Sta avvenendo quello che è stato osservato in Spagna e Inghilterra dove i casi sono saliti velocemente da 2.400 fino a 40-50 mila al giorno in 4-6 settimane. Mi aspetto succeda lo stesso da noi. Spero di sbagliarmi”. “Nelle terapie intensive e nei reparti di medicina la situazione è sotto controllo. Ci aspettiamo un tasso di letalità dieci volte inferiore rispetto a quando i vaccini non erano disponibili. Il 55% degli italiani ha ricevuto almeno una dose e il 38% ambedue. L’età media dei contagiati si è abbassata sotto i 30 anni. Nei giovani i casi di malattia grave e complicanze sono estremamente rari…”.
(ITALPRESS).