Sul Pnrr “il problema è la capacità di scaricare a terra queste risorse. Possiamo avere vagonate di finanziamenti, individuare obiettivi cruciali, ma finchè nell’apparato pubblico non avremo un cambio di passo con nuove generazioni noi resteremo sempre attaccati al palo. Non è sufficiente avere nuove risorse, bisogna anche saperle impiegare e veicolare sfruttandole nel migliore dei modi. E’ l’anello debole della nostra catena”, spiega. Sulla questione del Superbonus varato durante la pandemia dal governo Conte bis, evidenzia come “si poteva fare meglio, è uno strumento molto utile, una leva di cui abbiamo approfittato tutti, il comparto è ripartito, ma chi ricopre certi ruoli deve pensare in maniera diversa. Il 110 in Italia mi pare cronaca di un fallimento annunciato, fai la stessa operazione con il 70% e fai una grandissima attività, rilanci il comparto e tutti gli interlocutori finali avrebbero detto di sì, mentre 110 ha innescato meccanismi perversi da cui tutti siamo stati coinvolti. L’intervento del governo, per certi versi legittimo, ha detto cose vere”.
“Non avevamo apprezzato che il governo avesse deciso di stoppare quello che c’era in atto, lì abbiamo puntato i piedi perchè non si potevano bloccare i cantieri e un passo indietro il governo l’ha fatto. Ora – ha evidenziato – si ragionerà con i normali Sismabonus che tanto bene avevano fatto. Quindi, le cose da fare vanno bene ma serve sempre un pò di attenzione in più”. Sull’efficientamento energetico e la decisione dell’Europa, Ventricelli osserva come “la rigidità” sia una delle armi peggiori per gli imprenditori. “Se l’Europa e il mondo ci dicono che dobbiamo andare verso l’efficientamento energetico, questo va fatto. Anche in questo caso io sono per snellire, il dover attendere procedure che ci impongono di dover aspettare mesi per avviare un cantiere, ha bloccato l’Italia per anni. Ora non possiamo permettere che si blocchi anche l’efficientamento energetico che non si può più rimandare, perchè ci stiamo rendendo conto tutti di quello che sta accadendo a livello globale. Io sono per partire e farlo con rapidità, chi sbaglierà ne pagherà le conseguenze”.
Infine, una considerazione generale sulla situazione del Belpaese. “E’ un momento favorevole nonostante le difficoltà che ci sono, abbiamo un premier, Giorgia Meloni, che sta andando in giro per il mondo a fare quello che andava fatto da tempo, ovvero prendere il ‘marchio Italià, che gode di una reputazione straordinaria, portarlo in giro e ne parla. Ora cosa ci dovrebbe preoccupare in questo momento? Dal punto di vista del governo è necessario che ciò che si sta facendo venga scaricato a terra; noi come associazioni dobbiamo riuscire ad accompagnare il presidente del Consiglio in questo percorso, lavorando con onestà e qualità. Abbiamo un marchio millenario, dobbiamo semplicemente ricordarci chi siamo e lavorare – conclude – dobbiamo continuare a valorizzare quello che ci appartiene più di ogni altra cosa, prenderlo e portarlo in giro per il mondo”.
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(ITALPRESS).