“Quindi serve una nuova governance che renda il sistema attrattivo e in linea per sostenere le spese e i fabbisogni reali di salute dei cittadini”.
“Il settore farmaceutico italiano – ha aggiunto – ha una posizione di forza a livello europeo, è prima insieme con la Germania, con 34,5 miliardi di produzione nel 2021. Una forza basata sulle competenze e sulla tecnologia della filiera: dalla ricerca e sviluppo alla produzione e distribuzione”.
Sulle proposte che la categoria fa al Governo, a proposito del caro energia, il presidente di Farmindustria ha sottolineato che “è necessario calmierare il prezzo attraverso un price cap europeo, cosa che ci consentirebbe di ridurre gli impatti”. Altro tema rilevante è quello delle difficoltà nel reperimento delle materie prime. “Oggi il 70 per cento degli ingredienti attivi che compongono i farmaci provengono da Cina e India, dobbiamo avere una strategia di medio-lungo periodo per riportare la produzione degli ingredienti attivi, ma anche per potenziare la filiera degli imballaggi, carta, vetro, alluminio, che oggi concorrono a determinare le carenze dei farmaci”, ha spiegato Cattani.
“In Italia servono circa 14 mesi per introdurre nuovi farmaci, nella negoziazione con Aifa – ha sottolineato il presidente di Farmindustria -. E’ troppo tempo, rispetto agli altri Paesi europei, e crea un gap tra i cittadini europei per accedere all’innovazione. E in più abbiamo da 4 a 16 mesi a livello regionale. Non è più sostenibile. Inoltre dobbiamo favorire la valorizzazione del sistema salute attraverso il concetto che è un investimento e non un costo, e quindi andare a rendere ancora più flessibili e articolati i sostegni all’occupazione, ai contratti di sviluppo, a tutti quei programmi che possono concorrere all’innovazione di filiera. Abbiamo bisogno anche di nuove competenze, per rendere ancora il sistema più efficiente e attrattivo, dobbiamo lavorare sugli incentivi alla ricerca e alla produzione”, ha concluso Cattani.
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