Gravemente indiziati di appartenere al sodalizio mafioso, ai Lo Bue risultavano riconducibili una serie di beni, intestati fittiziamente a terzi, acquistati in assenza di redditi leciti compatibili nonchè in condizioni di sperequazione. La confisca, riguardante abitazioni, conti correnti, libretti di risparmio, terreni e beni aziendali, colpisce soggetti già gravati da numerosi precedenti penali ed acclarati legami con la mafia. In particolare Rosario Salvatore Lo Bue ha avuto storicamente un ruolo attivo quale “uomo d’onore” e membro apicale della famiglia di Corleone, inserita nell’omonimo mandamento mafioso, negli anni in contatto con esponenti di spicco quali Salvatore Riina e Leoluca Bagarella. Mario Salvatore Grizzaffi è stato definitivamente condannato per aver commesso un’estorsione con metodi mafiosi, nell’ambito del più ampio programma investigativo che aveva fatto luce sulla rete di sostegno del boss Bernardo Provenzano nonchè sulla riorganizzazione dell’associazione dopo la cattura del capo mafia avvenuta nel 2006 in Corleone, Montagna dei Cavalli; in precedenza fu condannato anche per il favoreggiamento della latitanza di Giovanni brusca.
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione ad un sequestro beni a carico di Giampiero Pitarresi, per un valore complessivo stimato in circa seicentomila euro, consistente in due abitazioni a Misilmeri, un’autovettura e sette rapporti bancari. Pitarresi, tratto in arresto nel dicembre del 2015 nell’ambito dell’operazione “Panta Rei” dei Carabinieri di Palermo, è attualmente detenuto perchè condannato – in secondo grado – alla pena di anni 14 di reclusione perchè ritenuto intraneo a “Cosa Nostra”, nella sua articolazione territoriale del mandamento di Misilmeri, famiglia di Villabate.
(ITALPRESS).